Grazie al recente decreto correttivo, approvato dal Consiglio dei Ministri, viene confermato il divieto di fatturazione elettronica nei confronti delle persone fisiche per medici e odontoiatri, una decisione che ha suscitato grande soddisfazione tra le rappresentanze di categoria.
La narrazione secondo cui i medici di medicina generale lavorano poche ore al giorno è smentita da un’indagine della Fimmg Lazio. I dati dimostrano che un Mmg con 1.000-1.500 assistiti impiega mediamente oltre 10 ore al giorno tra visite, consulenze e attività amministrative. ll sindacato evidenzia come i risultati di questa ricerca confutino la campagna denigratoria contro la categoria portata avanti da chi ha accesso a cure private e non conosce la realtà della medicina territoriale.
"Cambiare tutto per non cambiare (quasi) niente". ll segretario nazionale di Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, solleva dubbi sulla riforma, mettendo in evidenza le criticità legate alla preparazione degli studenti e al rischio di un ritorno al baronato accademico. Le famiglie, nel frattempo, saranno costrette a fronteggiare spese ingenti senza certezze, mentre la polemica sul diritto allo studio si intreccia con quella sulla precarizzazione degli studenti.
Continua a suscitare forti reazioni il protocollo siglato in Lombardia tra Regione, Carabinieri e Ats provinciali. Il segretario nazionale della Fmt Francesco Esposito attacca il nuovo sistema di verifiche: "Si cerca un capro espiatorio nei medici, anziché affrontare le cause reali che hanno portato al collasso del sistema sanitario pubblico".
Nel recente Comitato centrale, il sindacato ha ribadito la necessità di una riforma radicale per garantire una sanità più flessibile e moderna con tale finalità propone: l'istituzione della Scuola di specializzazione universitaria in Mg; la revisione del ruolo unico; l'eliminazone delle incompatibilità e una maggiore apertura al lavoro orario nelle CdC.
Dopo mesi di attesa, è stato presentato e visionato dal Ministero della Salute il documento con le linee guida per la riforma dell’assistenza territoriale. Il fulcro della proposta è la possibilità per i medici di medicina generale di scegliere tra dipendenza e convenzione, senza perdere il rapporto fiduciario con i pazienti. Dieci punti chiave delineano le azioni necessarie per migliorare la formazione, la programmazione sanitaria e l’organizzazione della medicina primaria, integrandola con le strutture del Pnrr. Ma quanto costerà questa riforma? Al momento non ci sono cifre ufficiali.
La proposta delle Regioni sul nuovo impianto della medicina territoriale, sostenuta dal ministro Orazio Schillaci, introduce il "doppio canale" per i medici di famiglia, permettendo loro di scegliere tra libera professione e dipendenza dal Ssn. Ma l'ipotesi incontra forti critiche: la Fimmg esprime dubbi sul nuovo modello, mentre la Fmt la boccia completamente, definendola "sbagliata e inutile". Solo la previsione della specializzazione in Mg raccoglie consenso. Nel frattempo, secondo quanto precisato da Schillaci, il Governo ha previsto un investimento di 250 milioni di euro all'anno per il 2025 e il 2026 per l’assunzione di Mmg, specialisti e infermieri.