"I nuovi dati raccolti e diffusi da Agenas nel Rapporto dedicato alla medicina generale - ha dichiarato il segretario generale della Fimmg Silvestro Scotti - ben descrivono come l’Italia abbia in questi anni investito molto poco sul potenziamento di una medicina di prossimità". Gli fa eco il segretario generale dello Smi, Pina Onotri: “Senza il personale medico sul territorio il nostro Ssn faticherà a garantire quella capillarità delle cure che per anni è stata un nostro vanto".
La decisione è stata presa dopo l’incontro in prefettura tra l’Ausl e i rappresentanti della Fimmg. Ma è già in programma un nuovo incontro per fare il punto della situazione. Secondo quanto dichiarato da Fimmg l'Ausl ha accolto le richieste del sindacato tra cui quelle inerenti l'obbligo degli specialisti a farsi carico delle ricette di loro competenza, la gestione dei nuclei di assistenza territoriale, cioè i centri per le cure primarie che si attivano nelle zone non coperte dalla medicina di famiglia.
Questo è il pensiero dello Snami: “Il legislatore e la politica - spiega il presidente nazionale Snami Angelo Testa - non possono rimanere ad assistere, come se niente fosse, ai tanti episodi che mettono a repentaglio l’incolumità di medici, infermieri e sanitari. Servono pene severissime anche nei casi di aggressioni verbali e minacce, facendo prevenzione nella creazione di una rete di tutela e protezione intorno al personale sanitario”.
Mancano almeno 840 pediatri, tra il 2019 e il 2021 sono diminuiti del 5,5%. Per ogni pediatra, in media, ci sono quasi 100 bambini in più rispetto al tetto massimo di 800, con notevoli differenze regionali. Si tratta di un’altra emergenza annunciata tra mancata programmazione e miopi politiche sindacali. Al fine di comprendere meglio le cause e le dimensioni del fenomeno, la Fondazione Gimbe ha analizzato le criticità insite nelle norme che regolano l’inserimento dei Pls nel Ssn e stimato l’entità della carenza di Pls nelle diverse Regioni italiane.
"Se il Sistema Sanitario Nazionale è sovraccarico, la colpa non è di noi medici di famiglia, ma della mancanza di investimenti nella sanità territoriale pubblica a favore del continuo spostamento verso il privato. Non possiamo più accettare di essere i capri espiatori, è tempo di fare chiarezza. E di risolvere, tutti insieme, il problema". A sostenere ciò Giulio Rigon, segretario provinciale della Fimmg Verona. In un'intervista rilasciata al quotidiano L'Arena replica alle accuse mosse contro i Mmg rei di rallentare le liste d'attesa del Ssn per eccesso di diagnosi e trattamenti.
La sindrome da burnout colpisce il 52% dei medici e il 45% degli infermieri che prestano la loro opera nei reparti ospedalieri di medicina interna che, da soli, assorbono un quinto di tutti i ricoveri in Italia. Quasi il 50% di medici e infermieri in burnout pensa di licenziarsi entro l'anno. Questo quanto risulta dalla survey condotta da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri, su un campione di oltre duemila professionisti sanitari, presentata a Milano al 28esimo Congresso Nazionale della Federazione.
"Il medico specialista di branca, per abitus mentale e formativo, non è preparato ad una visione di insieme (olistica) della persona malata" che invece rappresenta il core della Medicina Generale. Questa è una delle motivazioni con cui Assimefac si oppone alla proposta, avanzata dalla Conferenza delle Regioni di dare fino al 2026 la possibilità ai medici in possesso del diploma di medico chirurgo specialista, di esercitare la professione di Mmg, previo svolgimento di un corso teorico/pratico di 3 mesi.