“La situazione di grande confusione in cui versa la medicina generale non aiuta né ad arruolare nuovi medici né a trattenere quelli che già operano con fatica sul territorio” – dichiara il presidente nazionale Snami Angelo Testa. “Le scelte politiche frammentarie e l’assenza di una visione chiara stanno rendendo sempre meno attrattiva una professione che è la colonna portante dell’assistenza primaria. È tempo di scelte coraggiose: specializzazione, nuovo contratto e investimenti reali per garantire un futuro alla sanità territoriale e il diritto alla salute ai cittadini”.
Uno studio del Centro studi “Maccacaro” su 1/3 degli iscritti di Federazione dei Medici Territoriali (Fmt) ha tracciato un identikit sui desiderata dei medici di famiglia: rapporto fiduciario, capillarità e autonomia sono irrinunciabili, ma chiedono maggiori tutele e un nuovo Acn similare a quello della specialistica ambulatoriale. Inoltre i medici manifestano forti perplessità sull’efficacia delle Case di Comunità. Fmt utilizzerà i dati dell'indagine a supporto di una proposta di riforma dell'assistenza primaria e territoriale e in relazione al dibattito in corso sullo stato giuridico della categoria.
Alla crisi della Medicina generale oggi la politica intende rispondere con una riforma radicale. Governo e Regioni concordano sulla necessità di passare dal rapporto di convenzione a quello di dipendenza per i Mmg, con l’obiettivo primario di garantirne la presenza nelle Case di Comunità e negli altri servizi della Asl. "Eppure – spiega Nino Cartabellotta presidente Fondazione Gimbe – non è stata condotta alcuna valutazione di impatto che dimostri l’efficacia di questa soluzione: un’analisi approfondita dovrebbe considerare gli effetti economici, contributivi, organizzativi e professionali di una riforma di tale portata".
Alessandro Rossi, Presidente Simg durante il convegno al Senato: 'Connessi. La digitalizzazione della sanità nelle aree interne e nelle comunità montane' ha tenuto a sottolineare: "4 milioni di persone in Italia sono senza una sanità di prossimità, ma l’impiego della tecnologia potrebbe permettere di ridurre il divario tra grandi centri urbani e aree interne. L'utilizzo di questi strumenti però non deve snaturare le prerogative professionali e culturali della Medicina generale".
Pina Onotri segretario generale dello Smi, nel giorno in cui è partita la discussione presso la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati del provvedimento inerente la ‘Delega al Governo per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia’, ha ribadito l'urgenza di creare una scuola di specializzazione universitaria, con uno specifico settore, che formi medici specialisti nelle cure primarie/assistenza sanitaria primaria.
Il 57% dei medici della Lombardia ritiene la situazione lavorativa insoddisfacente. Il 27% dichiara di aver cambiato lavoro negli ultimi 5 anni e il 26% è intenzionato a lasciare il proprio posto di lavoro nei prossimi 12 mesi. Più della metà del (53%) asserisce di aver considerato la possibilità di abbandonare la professione medica. Questo è quanto si evince dai risultati dello studio condotto da Anaao Assomed Lombardia che ha indagato gli articolati temi del benessere organizzativo e del cambiamento nella professione medica nella Regione negli ultimi anni.
Per Federazione dei Medici Territoriali-Fmt, destano grande preoccupazione le parole del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca pronunciate in una intervista ad Agorà (Rai) contro i medici di medicina generale: "I cittadini quando vanno dal medico di famiglia oggi trovano lo studio aperto due ore al giorno".