“I medici ultra 70enni che hanno dato la loro disponibilità a restare in servizio, perché non hanno potuto godere degli effetti del DL n. 198 del 29 dicembre 2022? A porre la domanda è l’Unione Medici Italiani (Umi), secondo cui il mancato rispetto della norma avrebbe già causato la perdita di altre centinaia di Mmg. “Neppure il Governo e tanto meno il Ministero della Salute - sottolinea il presidente Umi Francesco Falsetti - sono intervenuti a richiamare le Regioni e le Aziende all’applicazione della normativa voluta dallo stesso Governo”.
"La mancata applicazione di quanto previsto in materia di compilazione del Piano Terapeutico da parte dei medici di medicina generale sul territorio sta provocando disagi ai pazienti". L'Associazione Italiana Diabetici (Fand) invita Fimmg e Simg a vigilare sui propri iscritti e chiede ad Aifa di valutare se eliminare la procedura che, nel caso del diabete, costringe il medico di famiglia a compilare il Piano Terapeutico, uniformando la nota 100 a quanto avviene per altri farmaci.
A sottolinearlo è la segreteria nazionale dello Smi, riunita a Milano, che chiede maggiori risorse per l’ACN della Medicina Generale. Il sindacato sollecita la parte pubblica e il Parlamento a realizzare una forte sinergia tra il Pnrr e il rinnovo della convenzione dei Mmg perché “per la tenuta del Ssn occorrono più dei medici e meglio pagati”. Inoltre ricorda con preoccupazione lo stallo della contrattazione per l’Accordo Collettivo Nazionale (ACN) di Medicina Generale del triennio 2019-2021.
La fascia di età numericamente prevalente per tutte le specialità, tra i medici specialisti italiani attivi sul campo, è tra i 64 e i 73 anni. A confermare questi dati è un’analisi condotta dal Cogeaps, il Consorzio della Gestione anagrafica delle professioni sanitarie e FNOMCeO. Inoltre l'analisi rileva un netto calo dei giovani medici che scelgono alcune specialità considerate più a rischio di denunce o comunque con un peggior rapporto tra gratificazioni professionali/economiche e frustrazioni.
La Federazione CIMO-FESMED ha inaugurato sui propri canali social una nuova rubrica, “La fuga di Ippocrate”, che in poche ore ha ottenuto migliaia di reazioni, condivisioni e commenti da cui si evince uno spaccato drammatico delle condizioni in cui i medici sono costretti a lavorare. Per Guido Quici, presidente del sindacato CIMO-FESMED, occorre rendere nuovamente attrattivo il Ssn e incentivare i professionisti che decidono di lavorare nella sanità pubblica. "Se si ha a cuore la salute dei cittadini, questa dovrebbe essere l’emergenza prioritaria da affrontare".
Mille all’anno sono i medici italiani che richiedono i certificati per trasferirsi all’estero. A comunicare il dato, che conferma il trend reso noto di recente dal Ministro della Salute, è stato il Presidente della FNOMCeO. Nel frattempo, tra pensionamenti e dimissioni, due milioni di nostri connazionali sono senza Mmg, mentre la pubblicazione del bando di concorso per l'ammissione al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale (CFSMG) 2023/26 latita. Che fare? Sicuramente intervenire su programmazione degli accessi a Medicina, sulla formazione e sulle condizioni di lavoro dei medici nel Ssn. Argomenti questi che sono stati al centro del dibattito politico.
Il meccanismo non sarà automatico né generalizzato per tutti, ma subordinato ad ambiti territoriali e a determinate condizioni. Potrà infatti scattare solo "in assenza di offerta di personale medico convenzionato collocabile" ovvero se in una zona carente ci fosse una mancanza di medici tale da mettere in pregiudizio l'assistenza sul territorio. È quanto tiene ad evidenziare Fimmg-Roma sul suo sito, pubblicando il testo del comma 9 octies decies relativo al decreto Milleproroghe.