Gli emendamenti al Milleproroghe volti a innalzare, in via temporanea, l’età pensionabile dei medici del Ssn, riportano alla ribalta un argomento spinoso. Tale provvedimento per il Presidente della FNOMCeO, può avere un senso a precise condizioni. Smi e Snami sono assolutamente contrari. Contro la norma si schierano i medici dirigenti ospedalieri di Anaao Assomed. Critiche anche da Women for Oncology Italy e Women in Surgery che lanciano una petizione, proponendo alcuni correttivi all'emendamento.
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Oltre mille cittadini di Olgiate Molgora e Mandello del Lario sono senza assistenza di un medico di medicina generale. “In primavera - evidenzia il Codacons - si prospettano per i medici di famiglia altri pensionamenti e la situazione si aggraverà ulteriormente“. Motivo per cui il Codacons chiede all’Azienda Tutela Salute di “intervenire celermente per porre rimedio alle continue inefficienze che interessano la sanità“.
"Bisogna modificare il tetto di spesa per il personale e investire nel Ssn per continuare a garantirne l'universalità, l'eguaglianza e l'equità". Questa in sintesi è l'istanza lanciata dal presidente della FNOMCeO in audizione al Senato, presso le Commissioni riunite I (Affari Costituzionali) e V (Bilancio) dopo aver messo sotto la lente di ingrandimento i provvedimenti contenuti nel “Milleproroghe”: dalla ricetta elettronica all’ECM, dall’impiego dei laureati e degli specializzandi per far fronte alla carenza di specialisti a quello, in deroga al riconoscimento titoli, dei medici stranieri.
"La Medicina Generale, la prima linea di cura per i cittadini, soffre di una grave carenza di medici che in alcune aree del Paese sono pochissimi. Se oggi siamo dinnanzi ad una situazione che appare critica - sottolinea il Consiglio nazionale Smi, svoltosi di recente - cosa accadrà nei prossimi anni quando non si riuscirà a rimpiazzare i tanti medici che andranno in pensione? Nessun governo negli ultimi 10 anni ha risposto a questa domanda". A rendere la situazione ancor più complicata per Smi c'è stata è c'è l’assenza di qualsiasi ipotesi di una ridefinizione della formazione dei Mmg, con l’istituzione di una scuola di specializzazione universitaria, e del loro rapporto con il Ssn.
In merito alle aggressioni avvenute a Udine in un presidio di guardia medica ai danni di due dottoresse: “Ci sono forti responsabiltà delle strutture sanitarie, perché non applicano le attuali normative sulla sicurezza nel lavoro, e omissioni legislative sull’applicazione della nuova legge contro la violenza sui medici, approvata poco prima della pandemia". Queste sono alcune delle riflessioni dibattute nel corso della trasmissione televisiva 'La nostra Sanita’ su FimmgLaziotv, andata in onda di recente. Nel frattempo una delle dottoresse aggredite ha deciso di rinunciare all'incarico e di lasciare la continuità assistenziale.
"I medici devono fare i medici - ha dichiarato Cristina Patrizi, segretario dell'OMCeO di Roma - ovvero prendersi cura dei pazienti, visitarli, ascoltarli. Tutto ciò è reso difficilissimo da centinaia di compiti prettamente burocratici quasi fosse un percorso a ostacoli, artatamente messo lì di proposito. I medici risultano dunque ostacolati nel proprio lavoro e quelli più esposti a questa iattura sono i medici di famiglia".