La trattativa, per il Sindacato dei Medici Italiani (Smi), non ha senso e non può andare avanti se il Governo non prevede "nuovi finanziamenti per porre rimedio alla carenza di specialisti nel servizio sanitario pubblico, mettendo fine al ricorso ai medici a gettone". Così si è espressa Pina Onotri, segretario generale Smi sulla prosecuzione della trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il triennio 2019/2021 del personale della dirigenza sanitaria del Ssn.
L'approvazione dell'emendamento che permette ai medici di famiglia di andare in pensione a 72 anni invece che a 70 ha riacceso il dibattito interno alla categoria che si divide tra detrattori, come lo Smi e fautori con riserva, come la Fimmg, che pensa che tale decisione possa essere d'aiuto contro l'emergenza legata alla carenza di professionisti. Ma tra le fila della Fimmg c'è anche chi mostra delle perplessità sul fatto che un tale provvedimento possa dare una risposta, seppur temporanea, alla carenza di Mmg, specialmente in alcuni territori.
Il sindacato ha stilato una sorta di lista di ciò che non va e che sta mettendo a rischio la salvaguardia di un’intera categoria. "Non escludiamo ulteriori iniziative - precisa Angelo Testa, presidente nazionale Snami - anche di piazza. Le istituzioni sembrano sorde e non possiamo accettare un sistema che impone ai Mmg e ai pediatri di dover essere attivi sette giorni su sette, senza alcuna possibilità di sostituzione, con alternanza articolata dell’apertura degli studi o presso la sede di riferimento dell’aggregazione funzionale territoriale".
È quanto ha tenuto a precisare Michele Tamburini, segretario regionale Smi Emilia Romagna, in merito all'attivazione, ad aprile di quest'anno, dell'ambulatorio infermieristico nel Pronto Soccorso dell'ospedale di Rimini per i codici minori. “Non è questa la risposta alla mancanza dei medici nei Ps - ha dichiarato - perché le competenze mediche rappresentano maggiori garanzie per la cura e l’assistenza dei pazienti".
Un terzo dei circa 900 Mmg della Sardegna ha preannunciato le dimissioni e l'intenzione di costituire un’associazione per avere una voce univoca con cui farsi ascoltare dalle istituzioni. Contestano soprattutto l’aumento del massimale deciso dalla Regione, la troppa burocrazia, le poche risorse a disposizione per i servizi offerti e l’eccessiva mole di lavoro, visto che ora hanno in carico pure i piani terapeutici di cui prima si occupavano gli specialisti.
“Il nuovo Codice sarà incentrato sui diritti fondamentali dei cittadini – ha spiegato il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli – che sono garantiti dalla definizione dei doveri del medico e di quei suoi diritti che sono funzionali alla tutela di quelli degli assistiti". Quattro i gruppi di lavoro dedicati alle aree di riforma del Codice: diritti fondamentali, comunicazione, nuove tecnologie, responsabilità, autonomia e rischio clinico. A individuarli la Consulta deontologica nazionale. Il nuovo testo potrebbe essere pronto per la fine del 2024.
La pubblicazione dell'Atto di Indirizzo per il contratto 2019 - 2021 della Medicina Generale non trova consensi unanimi tra i sindacati di categoria. Fimmg, apprezza e chiede una rapida approvazione del Governo e della calendarizzazione da parte della SISAC. Per Snami, le linee proposte sono un viatico per il depauperamento progressivo della MG. Secondo Smi, l'Atto non recepisce nulla di quanto chiesto ripetutamente dalla categoria in questi ultimi due anni.