Con la nuova ondata di casi Covid, i servizi ospedalieri e quelli territoriali, compresi gli studi dei Mmg, sono sotto stress, perennemente sottorganico e gravati da incombenze burocratiche inutili e farraginose. A ciò bisogna aggiungere l'insofferenza dell'utenza che si traduce anche in atti di violenza verso il personale sanitario. Nel frattempo, di fronte a tutto ciò, denuncia lo Smi, la politica non dà risposte efficaci e i medici del territorio sono additati come capri espiatori delle inefficienze del sistema. "Siamo davvero stanchi - ha dichiarato Pina Onostri, segretario generale Smi - pronti a proclamare lo stato di agitazione e un nuovo sciopero al fine di tutelare i diritti dei medici ed in difesa del Ssn, pubblico ed universale".
Questa è l'accusa lanciata da Fimmg Formazione in merito alla decisione di alcune Regioni di prorogare il servizio Usca, terminato ufficialmente il 30 giugno, con retribuzioni dimezzate, a fronte di un raddoppio delle mansioni. Fimmg Formazione precisa che: "non essendo le Usca regolamentate nell’ACN della MG, risultano dal 1° luglio assolutamente incompatibili per i medici in Formazione Specifica. Eppure, stiamo ricevendo centinaia di segnalazioni in tutta Italia da colleghi a cui è stato proposto dalle aziende sanitarie di firmare nuovi contratti al di fuori dell’ambito convenzionale, l’unico compatibile per legge”.
Ad opporsi è la Fismu che in una recente nota stampa lancia un appello all’assessore alla sanità regionale Riccardo Riccardi: "Crescono i contagi Covid e la pressione dei pazienti su ospedali, 118, Pronto soccorso e medici di famiglia non è pensabile chiudere le Usca".
Il Consiglio di Stato boccia le Unità di Degenza Infermieristica (UDI) attivate dall’Azienda Ospedaliera di Perugia e mette fine una lunga azione legale avviata in Umbria dai sindacati Cimo e Aaroi. Per i sindacati, con tale sentenza si sancisce finalmente che “al personale medico compete la gestione del percorso terapeutico e clinico del paziente, mentre alla struttura infermieristica spetta il compito di attuare il percorso propriamente assistenziale”.
A ribadirlo è l'Assimefac che plaude all'approvazione bipartisan della mozione parlamentare del 15/06/2022. Al punto 17 di tale mozione si prevede, infatti, l'adeguamento dei percorsi formativi, trasformando il corso di MG in un corso di specializzazione universitaria, equiparandola a tutte le altre specializzazioni. Per tale motivo Assimefac si rivolge, con una lettera aperta, alle istituzioni, assicurando il proprio impegno affinché siano intraprese opportune iniziative in tal senso.
Secondo Anaao Assomed ci vogliono soluzioni non più rinviabili, che i professionisti chiedono da tempo, per non abbandonare la sanità pubblica come limitare il burnout, prevedendo una rotazione dei dipendenti che lavorano in reparti ad alto rischio di stress. Ridefinire i carichi di lavoro. Incentivare la retribuzione, defiscalizzando alcune voci accessorie. Valorizzare la leadership femminile. Prevedere strumenti contrattuali per facilitare l’assistenza a figli e parenti. Questa la road map messa a punto e tracciata nel 25° Congresso Nazionale dell’Associazione.
Il 90% dei medici e il 93% dei pazienti ritiene che la riforma non migliorerà né il lavoro dei medici né i servizi ai cittadini. È quanto evidenzia il sondaggio di opinione commissionato dallo Smi e rivolto ai medici e ai pazienti sul DM 71. Un giudizio estremamente negativo. “Inoltre - precisa Pina Onotri, segretario generale Smi - il risultato del sondaggio dà lo spaccato di come viene percepita questa riforma proprio da coloro che dovrebbero concretizzarla" e che non sono stati affatto coinvolti nell'iter della riforma dell'assistenza territoriale.