"Medica e chirurga: non è questa la parità di genere a cui puntiamo". Questo il commenta di Pina Onotri, segretario generale del Smi sulla decisone della Treccani di lemmatizzare nel nuovo dizionario della lingua italiana aggettivi e nomi femminili. "In Medicina e in sanità - precisa Onotri - siamo ancora all’anno zero in tema di pari opportunità. In nessuno contratto nazionale e provvedimento legislativo è presente per le professioniste un riferimento ai tempi di conciliazione, alle pari opportunità, al sostegno alla genitorialità e all’handicap".
La FNOMCeO, nella missiva inviata al Presidente della Repubblica, chiede di rivedere la normativa che è stata prorogata ben oltre la fine dello stato di emergenza pandemico, sino al 31 dicembre 2023, mettendo così a rischio un sistema di controlli e di garanzia per la sicurezza delle cure e per la qualità dell’assistenza. Il presidente dell'Ordine dei Medici, che firma la lettera, sottolinea che sono sempre di più le Regioni che ricorrono a tale proroga per fronteggiare la carenza di medici. Dopo la Calabria è stata la volta della Puglia e poi della Sicilia.
In totale, a causa di SARS-CoV-2, in Italia sono morti 375 medici, quasi la metà medici di medicina generale. E di recente stanno arrivando le prime sentenze dei Tribunali sulle cause di risarcimento da parte delle famiglie. Ma per molti, secondo Fimmg, c'è il rischio di non avere nessun riconoscimento.
A ribadirlo è il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, in risposta a quanto affermato dal presidente Simit per il quale le modalità di conservazione delle nuove dosi (a mRna) a -80 gradi centigradi escludono che si possa organizzare una vaccinazione capillare negli studi dei medici di famiglia. Scotti al riguardo rammenta che "la capillarità degli studi dei Mmg e il rapporto fiduciario che li lega ai pazienti sono stati elementi essenziali di successo per l’adesione alle vaccinazioni durante la pandemia e non solo".
L'esortazione viene dalla Simg. “Non si possono affrontare profonde riforme che incidono sulla natura e sulla struttura stessa del Ssn - ha dichiarato Claudio Cricelli, presidente Simg - con rimedi affrettati, dettati dall’emergenza. Motivo per cui proponiamo un nuovo approccio fondato su una vera riforma del Ssn che veda nelle cure primarie territoriali il comparto sanitario fondamentale del nostro Paese. Va ripensata la Medicina Generale come comparto complesso che ha bisogno di una trasformazione sistematica, armonica globale”.
Snami chiede alla politica certezze sugli stanziamenti economici per la Medicina Generale che rischia di collassare. ”I nostri emolumenti sono fermi da tempo - ha dichiarato Angelo Testa, presidente nazionale Snami - ed il loro potere d’acquisto si assottiglia sempre di più. A fronte di una retribuzione più bassa, le spese per l'esercizio della professione sono notevolmente aumentate assieme ai carichi di lavoro, tutto questo praticamente a costo zero per lo Stato. Il nostro lavoro, quindi, risulta sempre meno appettibile, soprattutto per le nuove generazioni di medici”.
È quanto ha ribadito Pina Onotri segretario generale Smi che ha recentemente dichiarato: "La sanità e la Medicina sono all’anno zero dentro questa campagna elettorale". Eppure le urgenze non mancano, ci sarebbe un problema da affrontare subito, quello della carenza di medici e personale: "Tra pensionamenti e licenziamenti sono previsti 40mila medici (ospedalieri e Mmg) in meno entro il 2024. Occorre coraggio e determinazione per immettere nel sistema sanitario migliaia di nuovi medici".