Si chiude così il documento sottoscritto dai Presidenti degli Ordini Provinciali della Regione Lombardia. Documento in cui si sottolinea che: "l’annuncio dell’evento nazionale indetto dalla FNOMCeO per il 21 aprile sulla 'questione medica', è l’occasione per riproporre il tema del grande disagio presente in tutta la categoria professionale, espresso dalla fuga di molti colleghi dagli ospedali pubblici, dal malessere dei colleghi del privato accreditato, dalla crisi delle vocazioni in medicina di famiglia: un fatto che si ripercuote, in modo sensibile, sull’operatività del Ssn".
Questo è l'obiettivo dello Snami. Dopo la proclamazione dello stato di agitazione, l’Esecutivo Nazionale Snami ha infatti deciso di programmare da subito delle manifestazioni e prese di posizione pubbliche nei comuni, province e regioni italiane per rendere capillare su tutto il territorio nazionale la protesta della categoria e le istanze del sindacato contro l'attuale stallo della Medicina Territoriale.
Secondo quanto dichiarato all'Adnkronos Salute dal segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, tra il 2022 e il 2023 potrebbero essere 9mila i medici di medicina generale a lasciare la convenzione, chiedendo di andare prima in pensione. Un numero che di fatto anticipa il buco generazionale atteso per il 2025 di 1.500-2.000 professionisti in meno ogni anno. Se questa è la realtà che si preanuncia, tre milioni di italiani in più l’anno rischiano di rimanere senza medico di famiglia.
A confermarlo è il risultato dell’ultimo Tableau de Bord® dell’Istituto Piepoli secondo cui l’81% dei cittadini ne ha 'molta' o 'abbastanza'. La fiducia è massima, 88%, tra i cittadini con più di 55 anni. Ma rimane alta anche tra le fasce d’età più giovani: ne ha 'molta o abbastanza' il 79% delle persone tra 35 e e 54 anni e il 73% degli intervistati tra 18 e 34 anni. "Quest'ultimo è un dato molto significativo - ha tenuto a sottolineare il presidente della FNOMCeO -. Si tratta infatti della fascia d’età in cui il rapporto con il medico è meno frequente".
Ne è convinto il presidente dell'OMCeO di Firenze Pietro Dattolo: “Il tempo della retorica degli ‘eroi', che ci è costata così tanti martiri, è terminato. Non lo eravamo e non vogliamo essere chiamati così, vogliamo solo essere ascoltati nell’organizzazione dei sistemi sanitari, possiamo essere preziosi con la nostra esperienza".
"Per la gestione delle attività nei loro studi, i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta con il rincaro dell'energia sono sottoposti a nuovi ed onoresi costi - ha di recente dichiarato il segretario generale Smi Pina Onotri -. Chiediamo, per questo, un intervento urgente al Governo e al Ministro della Salute per misure di sostegno, con sgravi fiscali e bonus energia".
Questo il commento rilasciato all'Agenzia Dire dal presidente dello Snami dell'Emilia-Romagna, Roberto Pieralli, in merito alla sentenza del Tribunale Civile di Roma secondo cui, malgrado la consuetudine italica di utilizzare i medici a tempo determinato senza i titoli richiesti dalla legge europea e nazionale, vanno respinte le richieste di 78 medici privi del diploma di Formazione in Medicina Generale che chiedevano di aver riconosciuta la formazione sulla base dell'esperienza professionale acquisita attraverso 'Convenzioni' a termine.