"Nei prossimi tre anni, nel Lazio, si preannuncia un buco da 1.200 medici di famiglia, ai quali si sommano altri 186 medici che non possono essere impiegati perchè la graduatoria, dopo quasi due anni, non è stata pubblicata dall'assessorato alla Sanità". Questo è quanto ha dichiarato, in una intervista all'agenzia Dire, il vicepresidente dell'OMCeO di Roma e provincia.
A chiederle sono Fismu e Umi Lombardia secondo cui i compiti " impropri" gestiti dai medici di famiglia e le inefficcienze del sistema sanitario regionale hanno messo a dura prova la relazione con i pazienti. Motivo per cui si esige dalla Regione Lombardia un intervento a tutela di tale rapporto che possa esonerare i Mmg da ogni eventuale responsabilità.
"Dopo problematiche e tensioni pluriennali finalmente si sono poste le basi per rientrare verso il rispetto delle regole di ingaggio e la tutela delle diverse figure professionali dei rispettivi accordi di lavoro. Ci si aspetta un sostanziale miglioramento delle condizioni di lavoro che consenta il rientro di parte degli organici persi e maggiore attrattività per nuovi professionisti. Così commenta, in una nota, lo Snami.
Discutere dell’aumento delle tariffe dell’energia per definire la possibilità per i medici di medicina generale di accedere alle facilitazioni fiscali o tariffarie a cui attingono altre categorie di lavoratori autonomi. È questo in strettissima sintesi il tema per il quale Fimmg ha chiesto un incontro al Ministro dell’Economia e delle Finanze, al Ministro della Salute e al Ministro dello Sviluppo Economico.
Un coro unanime di protesta si leva dai rappresentanti di categoria fino al movimento delle Coccarde Gialle contro le reiterate affermazioni dell’assessore al Welfare, Letizia Moratti secondo cui non esiste una carenza di Mmg sul territorio, perché "si tratta piuttosto un problema organizzativo dovuto al fatto che i medici non lavorano a sufficienza". Un concetto già espresso dall'assessore e nuovamente ribadito durante l'inaugurazione della Casa della Comunità di Borgo Palazzo, a Bergamo.
È quanto ha sottolineato la Fimmg durante la recente audizione presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato, precisando che l'attuale modello di riforma proposto dal governo e dalle Regioni, rispetto al ruolo dei Mmg, rappresenta un ibrido sulla falsa riga del modello della specialistica ambulatoriale. Inoltre, in merito all'ipotesi della dipendenza dei Mmg, caldeggiata dalle Regioni, la posizione della Fimmg è ferma: “verrebbero ridotti gli orari di servizio e ci si troverebbe di fronte ad un problema di sostenibilità economica", ha spiegato il vice segretario nazionale Fimmg Domenico Crisarà.
Fino alla fine di marzo, termine dell’emergenza pandemica, Snami ha annunciato che avvierà una campagna di comunicazione rivolta alla politica nazionale e periferica, ai sindaci, a tutti i medici e agli assistiti per sottolineare tutti i gravi problemi che sta vivendo la Medicina Generale. Il tutto sarà accompagnato da manifestazioni locali e nazionali fino ad uno sciopero nazionale. “Dopo la proclamazione dello stato di agitazione del 3 febbraio - ha dichiarato Angelo Testa, presidente nazionale Snami - con i vertici sindacali rappresentativi di tutta Italia abbiamo deciso di passare all’azione".