È stata accolta con favore la decisione del Ministero della Salute di istituire, dal prossimo anno, un'indennità accessoria per medici, infermieri e professionisti sanitari dei Pronto Soccorso. Ma per alcuni sindacati di categoria si tratta di un piccolo passo che non risolve la crisi del settore e non incide "su condizioni di lavoro al limite della sopportabilità". E c'è chi si chiede perché tale indennità non sia stata contemplata anche per i medici del 118, ricordando che la prima linea dell’emergenza-urgenza parte dal 118 e arriva Fino al Pronto Soccorso. Qualcun altro ricorda al Ministro della Salute l'urgenza nei PS di interventi di prevenzione e di deterrenza delle agressioni.

Le Federazioni sanitarie Fnopi, FNOMCeO, Fnopo, Fnovi, Fno Tsrm e Pstrp, Fncf, Onb, Cnop, insieme a Cnoas disapprovano il comportamento di chi si oppone alla vaccinazione contro il Covid e sottolineano in un documento, congiuntamente sottoscritto, la necessità di agire “con particolare fermezza e rigore disciplinare, qualora i comportamenti dei professionisti sanitari risultassero non in linea con i propri codici etici e deontologici".

"Il medico di medicina generale rimarrà convenzionato, con rapporto di uno a 1.500 assistiti e scelta fiduciaria, ma l’organizzazione del lavoro sarà affidata al distretto, non più al singolo medico di famiglia". Queste le parole del Direttore generale dell'Agenas Domenico Mantoan pronunciate durante il convegno: "Il potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale: Lombardia, Italia, Europa”, organizzato da Fondazione The Bridge con Agenas e Università di Pavia e con Regione Lombardia.

"Si tratta per lo più di operatori sanitari ancora impegnati in prima linea nei reparti Covid dai pronto soccorso alle rianimazioni. Le Aziende sanitarie e ospedaliere sono impegnate al massimo per proteggere i professionisti e l’intero sistema anche con test periodici per il personale sanitario", ha dichiarato Giovanni Migliore, Presidente Fiaso.

Sono 1.579 i medici e gli odontoiatri attualmente sospesi per non essersi ancora vaccinati. A comunicarlo la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. "Una minoranza, lo 0,3% degli iscritti ai nostri Albi", ha sottolineato il presidente, Filippo Anelli.

Nelle dichiarazione dell'assessore al welfare della Lombardia "si evidenzia una scarsa conoscenza della realtà lavorativa della medicina territoriale". Ne sono convinti i presidenti provinciali degli Ordini dei Medici lombardi che hanno inviato una missiva al presidente della Regione e all'assessore al welfare. Ad accompagnare tale missiva anche le osservazioni comunicate in precedenza in merito alla riforma dell'assistenza territoriale che, sottolineano gli Ordini, "non hanno mai avuto riscontro".