EvdUna sfida chiave nella gestione odierna della sclerosi multipla (Sm) è il "paziente apparentemente stabile", che nasconde un'attività di malattia silente pur risultando clinicamente e radiologicamente stabile. Intercettare questa attività invisibile è fondamentale per decisioni terapeutiche rapide e personalizzate, orientando verso terapie ad alta efficacia per il controllo a lungo termine della Sm.
In questo contesto, i neurofilamenti a catena leggera (NfL) emergono come un alleato innovativo. Queste proteine, rilasciate nel sangue in seguito a danno neuro-assonale, sono state inizialmente studiate in ricerca e sono ora approvate per uso clinico (certificazione Ce). I NfL sono capaci di rilevare precocemente e in modo affidabile l'attività di malattia non visibile alla risonanza magnetica, consentendo agli specialisti di guidare decisioni terapeutiche precise e tempestive, migliorando la gestione personalizzata della patologia.
Il valore prognostico dei NfL è confermato da studi clinici. Uno studio osservazionale multicentrico pubblicato su Lancet Neurology ha seguito 814 pazienti con Sm recidivante-remittente di nuova diagnosi, mostrando che livelli sierici più elevati di NfL correlavano con lesioni attive alla Rm, un maggior rischio di ricadute cliniche e la necessità di intensificare la terapia nel tempo. Un recente studio prospettico su Frontiers in Neurology (marzo 2025) ha consolidato il ruolo dei NfL anche in pazienti apparentemente stabili. Un alto valore di NfL nel sangue è fortemente associato a un rischio aumentato di perdere lo stato di Neda-3 (nessuna evidenza di attività di malattia) entro l'anno. Inoltre, i NfL sono spesso elevati con sintomi subclinici (come affaticamento persistente, ansia/depressione, lievi alterazioni cognitive) non associati a nuove lesioni Rm. In questi casi, i NfL come biomarcatore di allerta precoce possono guidare a monitoraggio più stretto o modifica terapeutica, anche senza segnali "tradizionali".
Secondo il Prof. Diego Centonze, Professore Ordinario di neurologia, la misurazione dei NfL permette di anticipare le scelte terapeutiche e adottare fin da subito trattamenti di alta efficacia per un miglior controllo a lungo termine della malattia. Questo rappresenta un vero cambio di paradigma: si passa da un approccio reattivo a un modello proattivo, basato sull'identificazione precoce del rischio e sulla personalizzazione dinamica del trattamento. I dati biologici forniti dai NfL possono modificare il corso della malattia, anticipando un peggioramento clinico e valutando una precoce escalation terapeutica. Le terapie ad alta efficacia, già validate, riducono i livelli di NfL, controllano l'attività infiammatoria e rallentano la progressione della disabilità. L'autosomministrazione domiciliare di queste terapie, se possibile, migliora non solo la prognosi ma anche la qualità di vita.
Tuttavia, il Prof. Centonze sottolinea che il dosaggio dei NfL, sebbene prezioso, non può essere interpretato isolatamente. Deve essere sempre integrato con la risonanza magnetica e la valutazione clinica. Solo con questa "lettura combinata" si garantisce un controllo più tempestivo della malattia. In questo percorso, il ruolo del paziente è centrale: è fondamentale incoraggiarlo a segnalare anche i sintomi più lievi. Un dialogo continuo e trasparente tra medico e paziente è essenziale per migliorare gli esiti clinici. L'integrazione strutturata dei NfL nei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (Pdta) rappresenterebbe un passo avanti significativo verso una gestione più tempestiva e preventiva del danno neurologico.
Nonostante il loro grande potenziale, l'utilizzo sistematico dei NfL nella pratica clinica è ancora limitato da ostacoli come l'accesso ai test, i costi e l'assenza di algoritmi clinici validati. Per superare queste barriere e sensibilizzare la comunità scientifica, Novartis, in collaborazione con Synlab, ha avviato un programma di lettura centralizzata. Questa iniziativa coinvolgerà fino a 50 centri Sm in Italia, consentendo a ciascuno di analizzare 40 campioni di sangue. L'obiettivo è permettere ai neurologi di acquisire esperienza diretta con questo strumento, ottimizzare la gestione dei pazienti e contribuire all'evoluzione dei percorsi terapeutici. Novartis mira a rendere accessibili le innovazioni per migliorare la pratica clinica e la qualità della vita dei pazienti.