Gli adulti con elevate concentrazioni di sodio sierico, un indicatore di un'assunzione inadeguata di liquidi, hanno maggiori probabilità di essere biologicamente più anziani della loro età cronologica e di sviluppare malattie croniche rispetto agli adulti adeguatamente idratati. A livello globale, questo può avere un grande impatto; la diminuzione del contenuto di acqua corporea è il fattore più comune che aumenta il sodio sierico, motivo per cui i risultati suggeriscono che rimanere ben idratati può rallentare il processo di invecchiamento e prevenire o ritardare le malattie croniche", afferma l'autrice dello studio.

EvdI ricercatori dell’IFOM e dell’Università degli Studi di Milano hanno scoperto che alla base dell’invasività metastatica del carcinoma intraduttale mammario c’è il trasformismo materico delle cellule tumorali, che sono in grado di passare dallo stato solido a quello liquido, agevolando la motilità nell’organismo. La medesima transizione tuttavia, sottolineano gli scienziati, ha il potenziale di rendere tali cellule al tempo stesso più sensibili all'immunoterapia: da strategia di invasione potrebbe pertanto essere convertito in chiave terapeutica. I risultati dello studio, condotto grazie al fondamentale sostegno di Fondazione AIRC, sono stati pubblicati su Nature Materials.

Un gruppo di ricercatori dell’Università Statale di Milano ha sviluppato un nuovo metodo computazionale per identificare la deregolazione del microbiota umano in relazione a patologie metaboliche: si prospetta lo sviluppo di bersagli terapeutici mirati. Il metodo, STELLA, applicato a pazienti con disturbo dello spettro autistico e sclerosi multipla.

EvdUno studio collaborativo che ha coinvolto il Baylor College of Medicine, l'Università di Cambridge e la University of Exeter Medical School rivela la presenza di un gene associato all'obesità e al comportamento disadattativo. L'evidenza mostra che rare mutazioni nel gene per il recettore della serotonina 2C svolgono un ruolo nello sviluppo dell'obesità e dei comportamenti disfunzionali negli esseri umani e nei modelli animali. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Medicine, hanno implicazioni sia diagnostiche che terapeutiche.

La solitudine favorisce e amplifica i disturbi dell’alimentazione: ad un maggiore livello di solitudine corrisponde una maggior durata di malattia e manifestazioni più gravi. Lo rivela uno studio realizzato di Neomesia (Gruppo KOS) che ha coinvolto 200 pazienti con disturbi alimentari come anoressia nervosa, bulimia nervosa, binge eating disorder e alimentazione incontrollata. I dati dello studio stati presentati in occasione del convegno “Conflitto e solitudine nei disturbi dell’alimentazione” che ha riunito gli esperti per presentare nuove modalità di intervento multidisciplinari.

EvdIl consumo di oltre il 20% delle calorie giornaliere totali provenienti da alimenti ultra-elaborati è stato associato a un declino più rapido della funzionalità cognitiva ed esecutiva, ha affermato un gruppo di ricercatori in un lavoro pubblicato su JAMA Neurology.

Sono in continua crescita le conferme che la comunità microbica presente all’interno dell'intestino svolge un ruolo fondamentale in condizioni metaboliche come l'obesità e le malattie neurologiche, inclusa la malattia di Parkinson. Alcuni nuovi dati sono sono stati presentati a Neuroscience 2022, l'incontro annuale della Society for Neuroscience, il più importante appuntamento mondiale ricco di novità su scienza e la salute del cervello.