
Smi. Per Pina Onotri, segretario generale Smi le criticità del DM 70 sugli standard dell’assistenza ospedaliera da superare sono molteplici: "Bisognerebbe partire dalla necessità di un aumento dei posti letto, perché nel nostro paese siamo ad un rapporto il 3,7 posti letto per mille abitanti che risulta essere tra i più bassi a livello europeo e non si tiene conto dell’invecchiamento e dell’impoverimento della popolazione. È questa carenza di posti che genera condizioni inaccettabili per il sistema dell’emergenza urgenza e modalità di assistenza pericolosa, precaria e non decorosa per i pazienti. Servono investimenti urgenti per i servizi di emergenza urgenza che ricordiamo non sono solo Pronto Soccorso, ma l’intera rete dell’emergenza urgenza dunque anche preospedaliera. Bisognerebbe ipotizzare, inoltre, una reale staffetta generazionale, tenendo conto dell’età elevata della dirigenza medica e della necessità di formazione dei neo assunti con articolazioni di lavoro che incentivano la permanenza in servizio. Si tratterebbe di recuperare un buco generazionale dovuto al prolungato blocco delle assunzioni".
"Prendendo poi in considerazione il DM 77/2022 - continua Onotri - vorremmo capire, innanzitutto, per quanto riguarda i poli sanitari e le Case della Comunità cosa altro queste strutture potrebbero aggiungere alle competenze che già ci sono all’interno del Ssn. Se questo vuol dire spostare i medici di famiglia nei distretti sanitari si rischia di togliere dei presidi capillari e accessibili; fino a poco tempo fa avevamo un medico di famiglia in ogni quartiere o in ogni piccolo paese. La medicina generale, invece, è stata messa in discussione dalla carenza dei medici che non si riesce a colmare; alcune aree territoriali sono state abbandonate, per prima quelle socialmente più disagiate o quelle geograficamente meno raggiungibili. Per questo bisognerebbe prevedere un incentivo importante per i giovani medici che operano in zone disagiate per assistere pazienti. Con le Case della Salute rischiamo di spendere tutti i soldi previsti dal Pnrr per un restyling edilizio, per una costruzione di nuove strutture sanitarie con il rischio di non avere dentro tali strutture né medici, né infermieri".
Motivo per cui Smi ritiene non chiara la logica riorganizzativa che si intenderebbe attuare e soprattutto quali e quante le risorse economiche aggiuntive che si intendono impiegare per questo riordino dei servizi territoriali che non possono, assolutamente, avvenire a isorisorse.
"Vi è la necessità - evidenzia Onotri - di tarare il fabbisogno di medici di famiglia sulle reali esigenze della popolazione e sulla tipologia della stessa popolazione che si deve assistere. Si tratta, quindi, di delineare una programmazione che dovrebbe essere avviata oggi per avere dei risultati tra dieci anni".
Snami: il Tavolo è utile per il rilancio delle cure primarie. Simona Autunnali, tesoriere nazionale Snami ha partecipato al Tavolo ministeriale, organizzato in cinque commissioni, Snami lavorerà, insieme alle organizzazioni sindacali nominate dal ministero, sulle criticità contrattuali e l’organizzazione del lavoro. Alla fine dei lavori, prevista per il 31 ottobre 2023, i risultati verranno sintetizzati in un unico documento: “libro bianco”.
”L'importante è affrontare le criticità emerse con tempestività e collaborazione - dice Angelo Testa, Presidente Nazionale Snami - al fine di migliorare ulteriormente il sistema sanitario nazionale e garantire una distribuzione equa e omogenea delle risorse. La partecipazione attiva della dott.ssa Autunnali ha dato un impulso significativo ai nostri sforzi per affrontare le sfide legate all'implementazione dei Regolamenti sull'Assistenza Ospedaliera e Territoriale. Continueremo a dare il nostro contributo per migliorare la qualità dell'assistenza e a centrare nella medicina generale il perno del nostro Ssn, per rappresentare e tutelare gli interessi dei medici di medicina generale e per promuovere le cure primarie come pilastro fondamentale del sistema sanitario nazionale".
L’Anaao Assomed giudica positivamente l’istituzione decisa dal Ministro della Salute del Tavolo Tecnico per lo studio delle criticità emergenti dall’attuazione dei Regolamenti dell’assistenza ospedaliera, il DM 70 e dell’assistenza territoriale, il DM 77 perché potenzialmente utile al rafforzamento e all’innovazione del Ssn.
“Il DM 70 da diversi anni – ha commentato il Segretario Nazionale dell'Associazione Pierino Di Silverio al termine del primo incontro - ha mostrato limiti, storture e inadeguatezze che hanno contribuito, senza esserne la causa principale, all’indebolimento dell’assistenza ospedaliera e al peggioramento delle condizioni di lavoro, costituendo un elemento di strutturale fragilità reso evidente dalla crisi pandemica. Prova ne sia che nel 2021 era già stato avviato un percorso di riforma che aveva prodotto una prima bozza mai arrivata a formalizzazione”.
“Il DM 77 vive, per il momento sulla carta - tiene a evidenziare Di Silverio - nelle elaborazioni teoriche dei modelli organizzativi e nelle poche e difformi esperienze regionali che ne hanno anticipato i principi ispiratori. Ha l’innegabile pregio di affrontare, innovando e investendo, la non più rinviabile riforma dell’assistenza territoriale e delle cure primarie. È evidente che i due Decreti, pur nelle macroscopiche differenze di genesi e di fase di attuazione, costituiscono i riferimenti organizzativi delle due parti naturalmente complementari e sinergiche del Ssn, che insieme dovrebbero realizzare la tanto auspicata continuità dei percorsi di cura ospedale-territorio e garantire la reale presa in carico dei bisogni di salute delle persone”.
“Le migliori intenzioni riformatrici - ha concluso Di Silverio - devono però fare i conti con condizioni di realtà, che rendono le riforme più difficili e necessarie”.
Cimo. Per Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici Cimo il Tavolo rappresenta un'occasione per avvicinare contrattualmente medici di famiglia e ospedalieri, mantenendo convenzione e dipendenza.
I partecipanti al Tavolo, ricorda Cimo, sono stati suddivisi in sottogruppi di lavoro, e tutti i principali sindacati dei medici, tra cui la Cimo, si occuperanno delle criticità contrattuali dei medici di famiglia e degli ospedalieri.
“La riorganizzazione dell’assistenza – aggiunge Quici - passa necessariamente da una riorganizzazione del lavoro e, quindi, da un intervento anche sulla rappresentatività dei lavoratori. Far lavorare insieme, in un unico gruppo, medici di famiglia e ospedalieri potrebbe essere un’ottima opportunità per discutere della storica proposta Cimo di avvicinare contrattualmente Mmg e dirigenti, mantenendo tuttavia il regime della convenzione per i primi e la dipendenza per i secondi”.
“Da anni – spiega il presidente della Cimo – sosteniamo l’incoerenza di far rientrare i dirigenti medici tra i dirigenti della pubblica amministrazione. Per questo riteniamo utile uscire dalla Funzione Pubblica per discutere e firmare il nostro contratto di lavoro con il Ministero della Salute e le Regioni. Crediamo che due contratti paralleli per i medici convenzionati e per i dipendenti, che regolino in modo condiviso alcuni aspetti organizzativi e professionali pur mantenendo delle doverose peculiarità, possano aiutare i camici bianchi a dialogare meglio tra loro”.
“Ringraziamo il Ministro della Salute Orazio Schillaci per aver istituito il Tavolo e per il metodo di lavoro scelto. Sono certo – conclude Quici – che i gruppi di lavoro offriranno un contributo utile per risolvere le tante criticità che attanagliano il nostro Servizio sanitario nazionale”.
(A.S.)