EvdAgenas ha pubblicato le Linee di indirizzo per l’attuazione del modello organizzativo delle Case della Comunità (CdC) hub previste dal Pnrr e tracciate nel Dm 77/2022 "Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale", che mira a definire un nuovo modello organizzativo per la rete di assistenza sanitaria territoriale, stabilendo standard uniformi su tutto il territorio nazionale.
La CdC hub è il luogo fisico, di prossimità e di facile individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di salute che richiedono assistenza sanitaria e sociosanitaria a valenza sanitaria, e che presenta i necessari collegamenti con i servizi sociali per gli interventi socioassistenziali. La CdC hub rappresenta infatti uno dei nodi, insieme alla CdC spoke, della più ampia rete di offerta dei servizi sanitari, sociosanitari e socioassistenziali e al tempo stesso è parte dei luoghi di vita della Comunità locale del territorio su cui insiste, è luogo di contatto e di relazioni che vanno oltre i muri, creando così connessioni con servizi presenti e in ridefinizione organizzativa della rete dell’assistenza territoriale tra i quali: le CdC spoke, le Aggregazioni Funzionali Territoriali (Aft), gli ospedali per acuti, i poliambulatori e i consultori, gli OdC, le Cot, la Centrale Operativa 116117, l’Unità di Continuità Assistenziale (Uca), le farmacie dei servizi, i Punti Unici di Accesso (Pua), i Servizi Sociali dei Comuni, le associazioni del Terzo Settore, scuole, palestre, circoli culturali e sportivi, parchi e spazi pubblici, ovunque si possa generare salute individuale e collettiva, con un approccio sistemico, capillare, collaborativo e partecipativo di promozione comunitaria della salute e di welfare generativo “secondo un approccio One Health”. 
In proposito, le attività garantite dalla CdC hub riguardano assistenza al pubblico e supporto amministrativo-organizzativo ai pazienti (Pua), assistenza primaria erogata attraverso équipe multiprofessionali e continuità assistenziale, assistenza infermieristica, assistenza specialistica ambulatoriale di primo e secondo livello, assistenza domiciliare, assistenza sanitaria e sociosanitaria, punto prelievi, diagnostica di base, prenotazioni con collegamento al Centro Unico di Prenotazione (Cup) aziendale, partecipazione della Comunità e valorizzazione della co-produzione.
Le CdC hub diventano quindi le sedi di riferimento in cui effettuare tutte le attività volte a garantire un accesso ed una risposta coordinata ai bisogni della Comunità e la necessaria continuità assistenziale all’interno dei diversi programmi e percorsi di prevenzione e cura.
Al fine di facilitare il primo accesso dei cittadini nella, con particolare attenzione alle persone con oltre 75 anni, e favorire l’avvio tempestivo della rilevazione e della valutazione dei bisogni sanitari e sociosanitari, si prevede, al primo accesso nella CdC hub, un primo contatto informativo, di conoscenza e di orientamento rispetto ai servizi presenti ai quali è possibile rivolgersi, svolto dall’IFoC (Infermiere di famiglia o di Comunità) o altro personale appositamente formato. Tale rilevazione è condivisa con il medico del ruolo unico di assistenza primaria di riferimento, responsabile clinico del paziente per la sua presa in carico integrata e l’elaborazione del Progetto di Assistenza Individuale (Pai). Le CdC hub sono fondamentali per coordinare i servizi a livello territoriale con un’attenzione particolare ai pazienti cronici in carico ai Medici dell’équipe
Nelle Case della Comunità hub  dovranno  infatti  essere garantite:
⦁        presenza medica h 24, 7 giorni su 7, anche attraverso il servizio di continuità assistenziale;
⦁        presenza infermieristica h 24, 7 giorni su 7.
L’orario di attività, articolato nell’arco delle 24 ore, permetterà alle Case della Comunità hub  di svolgere funzioni di primo livello, disponendo di competenze cliniche e strumentali adeguate a fornire risposte a situazioni di minore criticità e bassa complessità, e a garantire una prima risposta sanitaria sul territorio. Le attività riguardano:
⦁        assistenza al pubblico e supporto amministrativo-organizzativo ai pazienti (Pua);
⦁        assistenza primaria erogata attraverso equipe multiprofessionali e continuità assistenziale;
⦁        assistenza infermieristica;
⦁        assistenza specialistica ambulatoriale di primo e secondo livello;
⦁        assistenza domiciliare;
⦁        assistenza sanitaria e sociosanitaria;
⦁        punto prelievi;
⦁        diagnostica di base;
⦁        prenotazioni con collegamento al Centro unico di prenotazione (Cup) aziendale;
⦁        partecipazione della comunità e valorizzazione della co-produzione.

La presenza minima di personale:
⦁        personale medico del ruolo unico di assistenza primaria h.24;
⦁        7-11 IFoC;
⦁        1 assistente sociale del Ssn;
⦁        5-8 unità di personale di supporto (sociosanitario, amministrativo);
⦁        un numero congruo di ore di specialisti ambulatoriali interni e dipendenti in base ai bisogni di salute del territorio.

Il documento è stato redatto da un Gruppo di Lavoro multidisciplinare e multiprofessionale istituito e coordinato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali - UOSD Sanità Digitale e Telemedicina - e sottoscritto da Agenas, Fnomceo Fnopi, Fnofi, Fimmg, Snami Smi Sumai Assoprof, Cnoas, Comunità di Sant’Egidio.