
“Siamo particolarmente soddisfatti ed orgogliosi per l’approvazione, in via definitiva al Senato, della legge che garantisce l’assistenza sanitaria di base alle persone senza dimora, avviandone la sperimentazione da gennaio 2025 nelle città metropolitane. Ringraziamo innanzitutto Marco Furfaro, primo firmatario della proposta di legge, e l’avvocato di strada Antonio Mumolo che da anni si batte in prima persona, con la sua organizzazione, per restituire dignità a circa 100 mila persone”, dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva.
“Ne siamo particolarmente orgogliosi perché la norma recepisce la richiesta, avanzata anche con la nostra Carta civica della salute globale, di garantire l’assistenza sanitaria di base ai più fragili e agli invisibili - svincolandola dalla residenza anagrafica. Un esempio importante anche di quello che istituzioni, organizzazioni civiche e singoli cittadini possono fare insieme per migliorare le politiche pubbliche del nostro Paese e renderle sempre più vicine ai bisogni delle persone, a partire dai più fragili”.
Il provvedimento stanzia un milione di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, per finanziare un programma sperimentale, da avviare nelle città metropolitane a partire dal prossimo anno, finalizzato a garantire alle persone senza dimora, e prive della residenza anagrafica, l’iscrizione nelle liste degli assistiti delle aziende sanitarie locali, la scelta del medico di medicina generale o pediatra di libera scelta, nonché l’accesso alle prestazioni garantite dai Lea. Sarà inoltre presentata dal Governo, a partire da giugno 2026, una relazione annuale alle Camere sullo stato di attuazione della legge per illustrare: numero di persone senza dimora iscritte negli elenchi delle Asl; numero e tipologia di prestazioni erogate; costi sostenuti; eventuali criticità.
Fnomceo. “Finalmente anche le persone senza fissa dimora potranno avere un medico di famiglia. Si colma così un vuoto di tutela, che contrastava con gli articoli 3 e 32 della Costituzione e con i principi ispiratori del Servizio Sanitario Nazionale, in base ai quali l’assistenza sanitaria va garantita in maniera uguale a tutti coloro che risiedono o dimorano nel territorio della Repubblica, senza distinzione di condizioni individuali o sociali”. Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, accoglie la notizia dell’approvazione, in via definitiva, da parte del Senato – avvenuta all’unanimità con 130 sì – del disegno di legge, a prima firma Marco Furfaro, che punta a garantire l’assistenza sanitaria ai senza fissa dimora. Anche loro, nelle città metropolitane, potranno ora iscriversi nelle liste degli assistiti delle Asl, scegliersi un medico di medicina generale, avere accesso alle prestazioni assicurate dai Lea, tutti i diritti che fino ad oggi erano loro negati in quanto collegati alla residenza anagrafica.
“Si tratta di un atto di civiltà – aggiunge Anelli – di una legge lungamente attesa che garantisce un’adeguata assistenza sanitaria anche alle persone che non hanno una residenza fissa, cui sinora era negata la possibilità di iscriversi nelle anagrafiche delle Asl e di scegliersi un medico di famiglia. Un grazie, dunque, a tutti i parlamentari che, al di là delle diverse appartenenze politiche, hanno espresso, in questa Legislatura, così celermente e convintamente il loro sì. In particolare, all’onorevole Marco Furfaro, primo firmatario e all’onorevole Marcello Gemmato, che tanto si è speso per superare le difficoltà burocratiche e di finanziamento della norma e ai due relatori, Cappellacci alla Camera e Minasi al Senato. Questo provvedimento è frutto di un grande lavoro di squadra per garantire anche ai più fragili, a coloro che rischiano di vivere ai margini della società, il diritto fondamentale alla salute e a poter fruire del Servizio sanitario nazionale, che si conferma così formidabile fattore di coesione sociale e di abbattimento delle disuguaglianze. Il provvedimento avrà anche ricadute positive in termini di salute pubblica, perché è nella miglior salute dell’individuo che si crea il fondamento della salute della collettività. L’auspicio è che, in futuro, si ampli l’area di applicazione della norma, per dare pieno compimento ai principi guida di universalità, uguaglianza ed equità che al nostro Ssn danno forma e significato”.