Lea, Umi: la perdita di posizione della Lombardia non stupisce
"La 'demedicalizzazione' delle prestazioni sanitarie - continua Falsetti - a farmacisti ed infermieri non danno i risultati sperati e mettono a rischio la qualità delle prestazioni. I tentativi di soluzione sono peggio delle criticità: le proposte di ricovero dei Mmg nei pochi nuovi Ospedali di Comunità (OdC) sono valutate da infermieri, spero non in tutte le realtà. Abbiamo chiesto, senza ascolto, di migliorare le condizioni di lavoro dei medici ospedalieri e dei Mmg, sempre più frequentemente, stremati dall’ aumento dei carichi di lavoro e mortificati dalla inutile burocrazia. I Mmg sono costretti, in molti casi, a superare le 50 ore settimanali di lavoro negli studi per assolvere i compiti ambulatoriali ed extra ambulatoriali spesso per rispondere alle necessità di assistenza dei cittadini senza medico curante. Nonostante qualche timido segnale di attenzione e di ascolto non registriamo dalla Regione e dalle Ats/Asst lombarde un vero e proprio cambio di rotta. La linea politica sanitaria della Lombardia continua a seguire logiche lontane dalla soluzione delle carenze assistenziali dei malati e dei problemi di lavori dei medici che sono le due facce della stessa medaglia"Il Presidente Fontana - esorta il presidente Umi - non perda tempo ad interpretare a suo favore i dati del Ministero ed invece s’impegni con la Giunta e gli Assessorati competenti a migliorare la sanità lombarda. L’Umi è sempre disponibile, ma per migliorare l’assistenza serve una diversa, stretta e fattiva collaborazione su temi concreti tra medici (e non solo), con i loro sindacati, e apparato politico-amministrativo della Regione che deve però cambiare radicalmente modo di approcciarsi con il personale sanitario. Non si deve perdere tempo a seguire falsi (o peggio sbagliati) obiettivi tale quello del passaggio alla dipendenza dei Mmg che hanno, al contrario, bisogno, come i medici ospedalieri, di sostegno e tutele lavorative per garantire una migliore assistenza ai cittadini".