
"Leggo che ci sarebbe disagio da parte delle Regioni -ha infatti dichiarato il Ministro della Salute - su una presunta inerzia del Governo sulla riforma dei medici di famiglia. Un disagio che trovo francamente alquanto singolare data l'importanza del tema. Ricordo che al termine del vertice a Palazzo Chigi, le Regioni si sono riservate di avviare un confronto tecnico in sede di Conferenza per poi presentare un documento al Governo. Lo stiamo ancora aspettando".
In merito al richiamo del Ministro sulle liste d'attesa le Regioni, infatti, avevano tenuto a evidenziare che le difficoltà nel sistema sanitario sarebbero imputabili all'inerzia del Governo stesso, in particolare sulla riforma dei medici di medicina generale, considerata cruciale per rafforzare il sistema sanitario nazionale: "L'intervento sui Mmg è strettamente collegato alla riorganizzazione della medicina territoriale prevista nel Pnrr, come una delle grandi riforme di sistema per meglio rispondere alle esigenze e ai bisogni della popolazione e intervenire in modo incisivo sull'appropriatezza delle prescrizioni e sulle liste d'attesa".
Alcune Regioni, infatti, sarebbero orientate a un passaggio alla dipendenza dei medici di famiglia, oggi convenzionati con il Servizio sanitario nazionale, un cambiamento considerato epocale ma su cui il Governo frenerebbe per ragioni politiche. Anche l'ipotesi alternativa di garantire una disponibilità di 18 ore nelle Case di Comunità appare bloccata, con le Regioni che lamentano la mancanza di risposte da parte dell'esecutivo.
Decreto Liste d'attesa. Intanto il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga ha espresso forti perplessità sull’attuazione del Decreto Legge n. 73/2024 relativo alle liste d’attesa. Il messaggio è chiaro: le Regioni sono impegnate e collaborative, ma senza risorse e con un’impostazione centralista la riforma rischia di rimanere inefficace. Fedriga ricorda che già in sede di conversione del decreto, le Regioni – con l’unica eccezione del Lazio – avevano espresso parere negativo sul provvedimento, individuando tre principali criticità: “l’invasione delle competenze regionali”, “la mancata previsione di risorse adeguate” e “l’assenza di interventi sull’appropriatezza prescrittiva”. Elementi che, secondo il presidente, stanno oggi ostacolando anche la fase di attuazione del decreto. Malgrado ciò il presidente della Conferenza delle Regioni conferma che le Regioni, “tutte, nessuna esclusa”, stanno lavorando per contrastare l’allungamento delle liste d’attesa. È in corso un monitoraggio su scala nazionale e la Commissione Salute dedica al tema attenzione costante, con interlocuzioni continue con il Ministero e Agenas, soprattutto per risolvere le criticità legate ai flussi informativi.