EvdIn occasione del Primo maggio 2025, il mondo del lavoro, e in particolare quello della sanità, si è riunito per riflettere sulle criticità che ancora oggi affliggono i lavoratori, con un focus speciale sul personale sanitario.Tra manifestazioni, dichiarazioni e iniziative, emerge un quadro di un settore che, nonostante il suo ruolo fondamentale, continua a lottare per ottenere le garanzie e il riconoscimento che merita. A tale proposito il personale del comparto ha tenuto a sottolineare che proteggere e valorizzare chi lavora nella sanità, significa difendere il diritto alla salute di tutti. Pina Onotri, segretario generale Smi, ha sottolineato come ancora oggi molti medici, tra cui quelli di medicina generale, i pediatri di libera scelta e i medici di servizio come la guardia medica, non siano coperti da tutele fondamentali come l’infortunio sul lavoro e il riconoscimento delle malattie professionali tramite l’Inail. Questa mancanza di tutela rappresenta una discriminazione grave, che mette a rischio la salute e la sicurezza di chi lavora quotidianamente per la cura degli altri. Per affrontare tale problematica, è stata lanciata una petizione pubblica che chiede il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro e delle malattie professionali per i medici di medicina generale e di prossimità. L’obiettivo è garantire a questi professionisti le stesse tutele di altri lavoratori, riconoscendo ufficialmente i rischi a cui sono esposti durante l’attività quotidiana. La petizione rappresenta un passo importante per combattere le ingiustizie e rafforzare il sistema di protezione dei medici, che spesso si trovano a operare in condizioni di precarietà e sottofinanziamento.
Il valore del lavoro delle donne mediche. Un altro punto centrale riguarda il ruolo delle donne Mmg, che ancora non godono di tutte le tutele di maternità. La loro presenza è fondamentale nel sistema sanitario, ma spesso si trovano a dover affrontare discriminazioni e mancanze di supporto adeguato. La tutela delle lavoratrici è un aspetto che richiede attenzione e interventi concreti per garantire pari diritti e condizioni di lavoro dignitose.
Inoltre, la crisi delle professioni ospedaliere, aggravata dalla fuga di medici e dalla carenza di personale, mette a dura prova il sistema sanitario nazionale. Il sottofinanziamento della sanità pubblica contribuisce a questa situazione, creando un circolo vizioso di carenze e difficoltà operative che rischiano di compromettere la qualità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti.
Un momento di riflessione e di impegno. Durante le celebrazioni a Firenze, i medici e il personale sanitario  hanno voluto ricordare quanto sia importante difendere il diritto alla salute di tutti, sottolineando il ruolo cruciale che ricoprono nel sistema sanitario pubblico. Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei medici di Firenze, ha evidenziato come il lavoro dei sanitari non si fermi mai, nemmeno nei giorni di festa, perché la sanità rappresenta un servizio pubblico universale e irrinunciabile. Dattolo ha anche ricordato le difficoltà quotidiane, come le aggressioni, i carichi di lavoro insostenibili e la precarietà, che minano la fiducia.
Una testimonianza. "I medici e i dirigenti sanitari hanno poco da festeggiare il 1 maggio - ha dichiarato il segretario nazionale Anaao Assomed  Pierino Di Silverio - con un burnout sempre in agguato, la carenza di personale, le storture organizzative, gli stipendi al palo, le aggressioni crescenti, la richiesta di depenalizzare l'atto medico caduta per ora nel vuoto. Ma molto da rivendicare". E proprio per descrivere il malcontento che da anni attanaglia la categoria il sindacato rilancia la testimonianza di uno dei tanti medici che popolano le corsie degli ospedali italiani: "La Festa dei lavoratori mi fa riflettere profondamente sul significato del 'lavoro' per la salute delle persone. Vedo ogni giorno come le condizioni lavorative, lo stress, i ritmi frenetici, la precarietà, possano minare il benessere fisico e mentale. Malattie professionali, disturbi, burnout, ansia e depressione sono spesso il prezzo di un sistema che a volte sembra dimenticare la dignità e la salute di chi lavora - afferma il medico - ma un lavoro che logora non è un buon lavoro. Mentre magari qualcuno si gode una gita fuori porta, io penso a quanto lavoro ci sia ancora da fare per garantire a tutti un ambiente di lavoro sicuro, salubre e che non comprometta la qualità della vita. Penso all'importanza della prevenzione, della tutela della salute sui luoghi di lavoro, del sostegno a chi si ammala a causa del proprio impiego. In fondo la vera celebrazione del lavoro dovrebbe essere quella di un lavoro che non uccide, che non logora, ma che anzi contribuisce al benessere e alla realizzazione di ogni individuo".
"Ecco - conclude Di Silverio - forse è questo il mio augurio più grande per questa giornata: che sia un'occasione per impegnarsi ancora di più per un futuro in cui il lavoro sia davvero un diritto e un motore di salute, non un fattore di rischio".