Sintesi degli emendamenti presentati:
Prescrizioni più precise e ruolo del Ruas. Sul fronte delle prescrizioni ambulatoriali, le Regioni propongono di rendere obbligatoria l’indicazione della classe di priorità e del quesito diagnostico da parte del medico, in conformità con il Dpcm 12 gennaio 2017. L’obiettivo è garantire maggiore coerenza con il Nomenclatore nazionale. Contestualmente, si formalizza il ruolo del Ruas nella gestione delle liste d’attesa, come già previsto dal Dl 73/2024, per ottimizzare l’accesso alle prestazioni.
Maggiore flessibilità per i medici in formazione. Un altro punto chiave è l’introduzione di una maggiore flessibilità per i medici in formazione, calcolando il limite massimo di 10 ore settimanali di incarichi libero-professionali su base mensile. Questa modifica mira a facilitare la gestione dei turni, permettendo ad esempio turni di 12 ore, senza penalizzare i giovani professionisti.
Reclutamento e gestione del personale. Le Regioni chiedono di estendere la deroga alle limitazioni del Dl 78/2010 anche ai dirigenti veterinari e sanitari non medici, facilitando il reclutamento tramite contratti flessibili nei casi di carenza temporanea di personale. Inoltre, propongono di modificare l’articolo 5 del DL 73/2024, ampliando la normativa sulla spesa per il personale del Servizio sanitario nazionale (Ssn), eliminando il carattere temporaneo del tetto di spesa e concedendo autonomia alle Regioni nell’approvazione dei piani triennali di fabbisogno.
Coinvolgimento del privato accreditato e gestione delle emergenze. Per ridurre le liste d’attesa, le Regioni propongono di destinare fino allo 0,5% del fondo indistinto per acquistare prestazioni aggiuntive dalle strutture private accreditate, in deroga alle attuali limitazioni, purché si mantenga l’equilibrio finanziario. Viene inoltre suggerito di prolungare fino al 30 giugno 2026 la possibilità di affidare a terzi i servizi di emergenza-urgenza, una misura necessaria per far fronte alla cronica carenza di personale.
Contestazioni sulle disposizioni nazionali. Le Regioni chiedono la soppressione dell’articolo 16 del ddl, che prevede la creazione di una scuola nazionale per la formazione dei dirigenti sanitari. Contestano l’esclusione dal processo decisionale e la sovrapposizione con le funzioni della Scuola Nazionale dell’Amministrazione. Inoltre, propongono un chiarimento sul finanziamento delle attività sociosanitarie, precisando che il fondo sanitario deve coprire solo quelle di rilievo sanitario previste dai Lea e approvate con criteri regionali.