La Fnomceo ha definito "incomprensibile e non condivisibile" la decisione del nostro Paese di astenersi dal voto sul Piano pandemico stilato dall'Oms. Il Comitato Centrale chiede al Governo un confronto e una rivalutazione della posizione, sottolineando l'importanza di un'azione coordinata tra gli Stati per affrontare future emergenze sanitarie. Anche la Cgil ha espresso il proprio dissenso sulla posizione governativa. Per la segretaria confederale Daniela Barbaresi si tratta di una decisione irresponsabile, visti i rischi per la tutela della salute pubblica e la sicurezza del personale sanitario. Stupore e perplessità anche dalla Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti).
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La decisione dell’Italia e il voto all’Oms. Il Piano pandemico globale è stato approvato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il 20 maggio 2025, durante la 78ª Assemblea dell’Oms, con un consenso schiacciante: 124 voti favorevoli, nessuno contrario e 11 astensioni, tra cui quella dell’Italia.
Secondo il Governo italiano, l'astensione è motivata dalla necessità di riaffermare la sovranità nazionale nella gestione delle politiche sanitarie, sottolineando l’indipendenza delle decisioni interne. Tuttavia, questa scelta ha suscitato forti critiche nel mondo medico e sanitario, in particolare da parte della Fnomceo.
La posizione della Fnomceo. In una mozione approvata all’unanimità, la Fnomceo ha espresso il proprio dissenso sulla posizione assunta dall’Italia, definendola “incomprensibile e non condivisibile”. L’organismo sottolinea che un patto tra gli Stati renderebbe più efficace il contenimento delle pandemie, garantendo risposte coordinate e tempestive in un mondo sempre più globalizzato.
“Nessuno si salva da solo”, cita il Comitato Centrale richiamando le parole di Papa Francesco, ribadendo che un’azione congiunta tra i Paesi è fondamentale per garantire strategie efficienti contro le emergenze sanitarie.
Il ruolo dell’Oms nella cooperazione sanitaria. Negli anni, l’Oms ha svolto un ruolo chiave nella gestione delle emergenze sanitarie globali, fornendo supporto ai Paesi più fragili attraverso risorse e strategie condivise. Secondo la Fnomceo, l’organizzazione rappresenta un pilastro della cooperazione sanitaria, e l’Italia dovrebbe riconoscere l’importanza di tale rete internazionale.
L’impegno dei medici italiani durante la pandemia
Durante l’emergenza Covid-19, i medici italiani hanno dimostrato un impegno straordinario, prestando assistenza in condizioni estreme e mettendo a rischio la propria salute. Il sacrificio della categoria è stato evidente, con ben 383 medici e odontoiatri deceduti a causa del virus. La dedizione dimostrata dai professionisti della sanità è stata ripetutamente riconosciuta dai cittadini e dalle istituzioni politiche e religiose come esempio di altruismo e responsabilità.
Richiesta di rivalutazione e confronto istituzionale. Alla luce di questi elementi, la Fnomceo chiede una nuova riflessione da parte del Governo italiano e l’avvio di un confronto con i rappresentanti della professione medica. La mozione sottolinea che le scelte relative al Piano pandemico incidono direttamente sull’esercizio della professione medica e sulla capacità del sistema sanitario di fronteggiare future crisi.
Secondo la Federazione, il tema merita una valutazione più approfondita, affinché l’Italia possa svolgere un ruolo attivo nella cooperazione sanitaria internazionale, senza limitarsi a riaffermare la propria sovranità nazionale.
La Fnomceo insiste sulla necessità di un’azione coordinata tra gli Stati per garantire una risposta efficace alle emergenze sanitarie. La richiesta di una rivalutazione dell’astensione italiana potrebbe riaprire il dibattito politico, spingendo il Governo a considerare un maggiore coinvolgimento nel Piano pandemico. Con le pandemie che rappresentano una minaccia costante, il confronto tra istituzioni e professionisti sanitari appare essenziale per costruire una strategia di risposta efficace e condivisa.
Il dissenso della Cgil. La Cgil ha duramente criticato la scelta del Governo italiano di astenersi dalla votazione sull’Accordo pandemico globale approvato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). In una nota ufficiale, la segretaria confederale Daniela Barbaresi ha definito la decisione una grave irresponsabilità, sottolineando come questa posizione rischi di compromettere la tutela della salute pubblica e la sicurezza del personale sanitario.
Secondo la Cgil, l’Italia, uno dei Paesi più colpiti dal Covid-19, avrebbe dovuto giocare un ruolo attivo nel definire strategie condivise per affrontare future emergenze sanitarie. L’astensione viene vista come un segno di debolezza politica, che privilegia la sovranità nazionale a discapito della cooperazione internazionale.
Barbaresi ha ribadito la necessità di protocolli comuni, interventi di prevenzione e piani d’azione integrati per garantire sicurezza ed efficacia nelle risposte globali alle pandemie. La salute, ha concluso, è un bene comune da proteggere con investimenti pubblici e alleanze tra Stati, per evitare che l’Italia rimanga in disparte su un tema cruciale per il futuro.
Le perplessità di Siti La Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) ha manifestato stupore e perplessità per la decisione dell’Italia. La Società scientifica sottolinea che l’accordo introduce strumenti innovativi per rafforzare la preparazione e la risposta alle crisi sanitarie, rendendo l’astensione italiana ancor più sorprendente alla luce delle fragilità emerse durante la pandemia di Covid-19. Oltre alla posizione dell’Italia sull’accordo, la Siti esprime anche preoccupazione per il ritardo nell’aggiornamento del Piano pandemico nazionale, il cui iter è bloccato dalla recente bocciatura della Conferenza delle Regioni. Secondo l’ente, l’assenza di un piano aggiornato rappresenta una grave vulnerabilità per la sicurezza sanitaria del Paese, specialmente di fronte a minacce emergenti come l’influenza aviaria, le arbovirosi e l’antibiotico resistenza.
La Siti ribadisce la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni per la definizione di strategie di prevenzione e risposta alle emergenze, auspicando che l’Italia possa assumere un ruolo di primo piano nella cooperazione sanitaria internazionale per la tutela della salute pubblica.