Nel corso dell’audizione alla Commissione Affari Sociali della Camera, la Fimmg ha espresso il proprio sostegno al Ddl C. 2365, che punta a migliorare l’erogazione delle prestazioni sanitarie e a rafforzare la sanità territoriale. L’introduzione della diagnostica di primo livello negli studi dei medici di famiglia, prevista dal provvedimento, permetterebbe una gestione più efficiente dei pazienti cronici e un alleggerimento della pressione sulla specialistica ambulatoriale. Tuttavia, la Fimmg sottolinea il mancato utilizzo delle risorse già stanziate nel 2020, elemento che rischia di rallentare l’applicazione delle misure previste.
Telemedicina e digitalizzazione: tra innovazione e rischi. L’integrazione della telemedicina e del teleconsulto viene considerata un passo importante per il collegamento tra ospedale e territorio. Il Ddl destina tre milioni di euro alla digitalizzazione dei servizi, inclusa la gestione automatizzata degli appuntamenti e la televisita. La Fimmg plaude all’innovazione, ma avverte sui rischi di un’applicazione disordinata, che potrebbe penalizzare l’equità nell’accesso alle cure.
Un altro punto chiave riguarda la possibilità di rilasciare certificati di malattia tramite televisita, un’opzione attesa da tempo che finalmente potrebbe trovare una base normativa.
La delusione per la bocciatura della "specializzazione". Critico il giudizio della Fimmg sulla mancata approvazione dell’emendamento che avrebbe riconosciuto il carattere specialistico della formazione in Medicina generale. La decisione viene definita un’occasione persa per dare una nuova dignità formativa alla professione e risolvere le criticità strutturali del sistema.
Il sindacato sottolinea che per migliorare l’accesso alle cure e ridurre le liste d’attesa servono azioni concrete, non solo buone intenzioni. La richiesta al Governo è chiara: valorizzare la medicina di famiglia con risorse adeguate e una governance efficace, per garantire una sanità territoriale forte e innovativa.