
Una sanità a geometrie variabili. Il quadro emerso è articolato: il Veneto si conferma la regione con la performance complessiva più alta, al 55% del massimo teorico raggiungibile. All’estremo opposto, la Calabria si ferma al 23%. Tuttavia, il divario tra aree forti e deboli tende a ridursi: le regioni del Mezzogiorno e del Centro mostrano un recupero significativo tra il 2019 e il 2024.
Soddisfazione e salute percepita: correlazioni selettive. L’indice di performance è positivamente correlato con la soddisfazione dei cittadini nei settori ospedaliero, ambulatoriale e preventivo. Viceversa, ambiti cruciali come l’assistenza domiciliare agli anziani e la spesa sociale comunale non generano lo stesso apprezzamento, neppure nelle regioni più performanti. Per quanto riguarda i medici di medicina generale e l’accesso ai farmaci, invece, la soddisfazione è elevata e omogenea a livello nazionale.
Il paradosso del Sud: bassa performance, qualità di vita più alta. Sorprende il dato sulle regioni meridionali: alcune, pur presentando valori bassi di performance sanitaria, esprimono livelli più alti di qualità di vita riferita alla salute. A sottolineare che le percezioni sono influenzate anche da aspettative socio-culturali e non solo dall’efficienza del sistema.
Una prospettiva utile anche per il territorio. Per i medici di medicina generale, lo studio rappresenta uno strumento prezioso per leggere i bisogni della popolazione in ottica integrata: indicatori sanitari, soddisfazione e contesto culturale possono offrire una base più solida per valutare la programmazione e per interpretare le disuguaglianze di salute sul territorio.