Nel corso del 2023, la farmacovigilanza italiana ha registrato un importante calo delle segnalazioni di sospetti eventi avversi ai vaccini. La riduzione delle segnalazioni è legata a molteplici fattori, fra cui il calo delle somministrazioni vaccinali, la conclusione di progetti di monitoraggio attivo e il progressivo ritorno alla routine sanitaria post-pandemica. Questo è  quanto emerge dal nuovo Rapporto Vaccini 2023, pubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmaco in collaborazione con l'Iss e il Ministero della Salute. Secondo il documento, le segnalazioni valutabili ricevute dalla Rete Nazionale di Farmacovigilanza (Rnf) sono state 4.330, un numero in netta discesa rispetto al 2022 (-86,3%), riportando i livelli al di sotto dell’epoca pre-pandemica. Circa il 28% ha riguardato i vaccini anti-Covid-19, per cui si è registrato un calo delle segnalazioni del 94,2% in un solo anno.
Tassi in diminuzione, eventi gravi sotto controllo. Il tasso di segnalazione complessivo è sceso a 9,8 per 100.000 dosi somministrate (contro i 37,7 dell’anno precedente), mentre per gli eventi gravi il dato è pari a 2 su 100.000 dosi, in calo del 70%. Sebbene la percentuale relativa di eventi gravi sia aumentata, ciò è attribuito in parte alla riduzione di progetti di farmacovigilanza attiva e alla tendenza a segnalare solo gli eventi più significativi.
Segnalazioni e popolazione coinvolta. La fascia pediatrica ha rappresentato il 40% delle segnalazioni, che salgono al 54% se si escludono i vaccini anti-Covid-19. I principali segnalatori sono stati i medici (43%), seguiti da altri operatori sanitari, farmacisti e cittadini.
Decessi e valutazione della causalità. Nel 2023 sono stati riportati 47 decessi in associazione temporale alla vaccinazione, di cui 36 legati a vaccini contro il Covid-19. Tuttavia, in molti casi le informazioni erano insufficienti per accertare un nesso causale diretto o i pazienti presentavano condizioni cliniche complesse.
Zoom sui vaccini: differenze e tendenze. Il rapporto dedica un’analisi dettagliata alle varie tipologie vaccinali:
  • I vaccini anti-herpes zoster e quelli anti-Hpv hanno visto un netto aumento delle segnalazioni (rispettivamente +173% e +22%), probabilmente grazie alle campagne di sensibilizzazione.
  • I vaccini esavalenti, anti-rotavirus, anti-meningococco e anti-pneumococco mostrano invece cali marcati, in alcuni casi superiori all’85%.
  • Il 46,7% delle segnalazioni relative ai vaccini anti-Covid-19 è stato classificato come grave, ma si trattava per lo più di eventi riferiti ad anni precedenti.
Nonostante alcuni casi gravi e decessi, il rapporto sottolinea che nel 76,7% dei casi l’esito degli eventi è stato positivo, con miglioramento o completa risoluzione.
La drastica riduzione delle segnalazioni è legata a molteplici fattori, fra cui il calo delle somministrazioni vaccinali, la conclusione di progetti di monitoraggio attivo e il progressivo ritorno alla routine sanitaria post-pandemica.