EvdUn quadro sfaccettato della salute in Europa, quello proposto dallo STADA Health Report 2025, l’indagine annuale che quest’anno ha coinvolto 27 mila cittadini europei di 22 Paesi del nostro continente, presentata nei giorni scorsi a Berlino. Più attenzione ad auto-cura, esercizio fisico e alimentazione sana ma, spesso, alle buone intenzioni, non seguono azioni altrettanto efficaci. La fiducia nei professionisti sanitari rimane alta, ma persiste preoccupazione per lo stato di salute dei sistemi sanitari nazionali.

Il gap economico

Il report evidenzia che il 96% degli europei è consapevole del valore di uno stile di vita sano, ma solo il 51% riesce effettivamente a seguirlo. Diverse le barriere che impediscono agli europei di vivere una vita più sana. Le difficoltà finanziarie, innanzitutto. Solo il 36% di coloro chi ha problemi economici descrive il proprio stile di vita come sano, rispetto al 58% di chi vive in condizioni più agiate. La mancanza di denaro è citata dal 28% degli europei come fattore limitante per uno stile di vita sano e dal 21% per l'adozione di misure preventive. Su questo fronte, le donne risultano più penalizzate degli uomini. Vi sono, poi, barriere personali: la mancanza di motivazione è citata dal 41% degli intervistati, mentre il 31% dichiara di non avere abbastanza tempo. Molti europei sono consapevoli di poter e voler fare meglio (49%), e quasi un terzo (30%) di loro desidera supporto da parte di persone vicine, vuoi familiari o amici, per cambiare le proprie cattive abitudini. Infine, i comportamenti non salutari: Il consumo di alcol rimane un fattore di grande una preoccupazione, con il 34% degli europei che beve almeno una volta a settimana, principalmente per “sentirsi felice” (31%) o per rilassarsi (23%) e Il 31% che fuma almeno una volta a settimana.

Salute mentale a rischio

Le preoccupazioni economiche e lo stress legato al lavoro sono i principali fattori che incidono negativamente sulla salute mentale. Il burnout è un problema diffuso, con il 66% degli europei che ha sperimentato o si è sentito sul punto di sperimentare sentimenti correlati, un aumento rispetto al 60% del 2024. Colpisce in particolare i giovani adulti sotto i 34 anni (75%) e le donne (71%). Nonostante ciò, solo il 17% cerca attivamente aiuto da parte di professionisti: molti, infatti, non credono che il supporto professionale sia efficace o non se lo possono permettere.

Sistemi sanitari e disuguaglianze sociali
La soddisfazione nei confronti dei sistemi sanitari nazionali è moderata (58%), con un leggero aumento dal 2024, ma ben lontano dal 74% del 2020. Solo un europeo su due (51%) si sente a proprio agio nell'affermare che tutti, nel proprio Paese, hanno uguale accesso alle cure e ai servizi medici, mentre il 44% arriva addirittura a definire il proprio sistema “ingiusto”. La fiducia negli attori sanitari rimane alta, in particolare nei confronti dei medici di medicina generale (69%), seguiti da altri professionisti medici (61%) e farmacisti (58%). I farmacisti, in particolare, sono visti come una "rete di sicurezza”, apprezzati per i loro consigli (40%) e per la comodità di accesso (40%). L'intelligenza artificiale, sebbene promettente per diagnosi e trattamenti più mirati, è ancora oggetto di timore, con solo il 15% degli europei che si fida pienamente quando si parla di salute. I dubbi riguardano principalmente l'accuratezza e la mancanza di relazione interpersonale.

La strada da percorrere
"Sebbene la fiducia nei professionisti sanitari rimanga alta e un numero maggiore di europei si stia preoccupando della sua salute, circostanze e difficoltà quotidiane spesso ostacolano l'attuazione di uno stile di vita sano”, sottolinea Peter Goldschmidt, Ceo di STADA. “Sono necessari passi concreti per aiutare i cittadini a trasformare la conoscenza in azioni sostenibili per la salute. Rilevo anche con preoccupazione che le persone più vulnerabili, ovvero quelle con difficoltà economiche o problemi di salute mentale, sono anche quelle che faticano di più a condurre una vita sana. Si tratta di fasce di popolazione che hanno maggiore necessità di supporto, anche perché sono i più disillusi dagli attuali sistemi sanitari. È un bene, infine, che gli europei continuino a fidarsi maggiormente di un professionista che rappresenti un volto familiare piuttosto che di qualsiasi macchina, come dimostrano i dati relativi a medici e farmacisti. Vedo, però, nell'intelligenza artificiale una grande opportunità per migliorare la vita delle persone e alleggerire i sistemi sanitari sovraccarichi, purché si crei un equilibrio virtuoso tra innovazione, attenzione alla persona ed empatia. L'invito a tutti gli attori del sistema – politici, produttori, distributori, professionisti sanitari – a tenere viva questa discussione, per trasformare gli spunti in azioni concrete, al fine di aiutare le persone a vivere una vita la più sana possibile, potendoselo anche permettere sotto il profilo economico".

Nicola Miglino