
Il gap economico
Il report evidenzia che il 96% degli europei è consapevole del valore di uno stile di vita sano, ma solo il 51% riesce effettivamente a seguirlo. Diverse le barriere che impediscono agli europei di vivere una vita più sana. Le difficoltà finanziarie, innanzitutto. Solo il 36% di coloro chi ha problemi economici descrive il proprio stile di vita come sano, rispetto al 58% di chi vive in condizioni più agiate. La mancanza di denaro è citata dal 28% degli europei come fattore limitante per uno stile di vita sano e dal 21% per l'adozione di misure preventive. Su questo fronte, le donne risultano più penalizzate degli uomini. Vi sono, poi, barriere personali: la mancanza di motivazione è citata dal 41% degli intervistati, mentre il 31% dichiara di non avere abbastanza tempo. Molti europei sono consapevoli di poter e voler fare meglio (49%), e quasi un terzo (30%) di loro desidera supporto da parte di persone vicine, vuoi familiari o amici, per cambiare le proprie cattive abitudini. Infine, i comportamenti non salutari: Il consumo di alcol rimane un fattore di grande una preoccupazione, con il 34% degli europei che beve almeno una volta a settimana, principalmente per “sentirsi felice” (31%) o per rilassarsi (23%) e Il 31% che fuma almeno una volta a settimana.
Salute mentale a rischio
Le preoccupazioni economiche e lo stress legato al lavoro sono i principali fattori che incidono negativamente sulla salute mentale. Il burnout è un problema diffuso, con il 66% degli europei che ha sperimentato o si è sentito sul punto di sperimentare sentimenti correlati, un aumento rispetto al 60% del 2024. Colpisce in particolare i giovani adulti sotto i 34 anni (75%) e le donne (71%). Nonostante ciò, solo il 17% cerca attivamente aiuto da parte di professionisti: molti, infatti, non credono che il supporto professionale sia efficace o non se lo possono permettere.
Sistemi sanitari e disuguaglianze sociali
La soddisfazione nei confronti dei sistemi sanitari nazionali è moderata (58%), con un leggero aumento dal 2024, ma ben lontano dal 74% del 2020. Solo un europeo su due (51%) si sente a proprio agio nell'affermare che tutti, nel proprio Paese, hanno uguale accesso alle cure e ai servizi medici, mentre il 44% arriva addirittura a definire il proprio sistema “ingiusto”. La fiducia negli attori sanitari rimane alta, in particolare nei confronti dei medici di medicina generale (69%), seguiti da altri professionisti medici (61%) e farmacisti (58%). I farmacisti, in particolare, sono visti come una "rete di sicurezza”, apprezzati per i loro consigli (40%) e per la comodità di accesso (40%). L'intelligenza artificiale, sebbene promettente per diagnosi e trattamenti più mirati, è ancora oggetto di timore, con solo il 15% degli europei che si fida pienamente quando si parla di salute. I dubbi riguardano principalmente l'accuratezza e la mancanza di relazione interpersonale.
La strada da percorrere
"Sebbene la fiducia nei professionisti sanitari rimanga alta e un numero maggiore di europei si stia preoccupando della sua salute, circostanze e difficoltà quotidiane spesso ostacolano l'attuazione di uno stile di vita sano”, sottolinea Peter Goldschmidt, Ceo di STADA. “Sono necessari passi concreti per aiutare i cittadini a trasformare la conoscenza in azioni sostenibili per la salute. Rilevo anche con preoccupazione che le persone più vulnerabili, ovvero quelle con difficoltà economiche o problemi di salute mentale, sono anche quelle che faticano di più a condurre una vita sana. Si tratta di fasce di popolazione che hanno maggiore necessità di supporto, anche perché sono i più disillusi dagli attuali sistemi sanitari. È un bene, infine, che gli europei continuino a fidarsi maggiormente di un professionista che rappresenti un volto familiare piuttosto che di qualsiasi macchina, come dimostrano i dati relativi a medici e farmacisti. Vedo, però, nell'intelligenza artificiale una grande opportunità per migliorare la vita delle persone e alleggerire i sistemi sanitari sovraccarichi, purché si crei un equilibrio virtuoso tra innovazione, attenzione alla persona ed empatia. L'invito a tutti gli attori del sistema – politici, produttori, distributori, professionisti sanitari – a tenere viva questa discussione, per trasformare gli spunti in azioni concrete, al fine di aiutare le persone a vivere una vita la più sana possibile, potendoselo anche permettere sotto il profilo economico".
Nicola Miglino