Nel silenzio delle corsie psichiatriche: chi protegge chi cura?
La denuncia nasce da un episodio avvenuto il 10 luglio scorso presso il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc) dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino. Una psichiatra di guardia si è trovata a fronteggiare un paziente in stato di grave agitazione psicomotoria, con comportamenti violenti e minacciosi. Dopo aver richiesto l’intervento della vigilanza interna, è stata attivata la chiamata alle Forze dell’Ordine. Ma al loro arrivo, gli agenti si sono rifiutati di entrare nel reparto, sostenendo che la gestione dei pazienti psichiatrici, anche se aggressivi, spetta esclusivamente al personale sanitario.
Solo grazie all’intervento terapeutico dei medici, il paziente ha interrotto il comportamento violento. “Questa volta non ci sono stati né feriti né morti. Ma cosa aspettiamo, la prossima tragedia?” si legge nella lettera.
Anaao denuncia una situazione ormai insostenibile: i reparti psichiatrici accolgono sempre più pazienti con misure di sicurezza in attesa di collocamento in REMS, o con gravi alterazioni comportamentali legate all’abuso di sostanze. In questo contesto, il personale sanitario si trova spesso solo, senza protezione, a gestire situazioni di pericolo reale.
Il rifiuto delle forze dell’ordine di intervenire viene definito una “forma di abbandono istituzionale” che, in casi estremi, può configurarsi come omissione di soccorso. “In nessun altro contesto lavorativo si chiederebbe a un professionista di affrontare da solo una persona aggressiva e pericolosa”, sottolinea Anaao.
Il sindacato chiede un intervento formale affinché venga riconosciuto l’obbligo delle Forze dell’Ordine di intervenire anche nei reparti psichiatrici, quando vi siano condizioni di pericolo per l’incolumità del personale o dei pazienti. “Non possiamo trasformare i reparti psichiatrici in gabbie chiuse dove operatori e pazienti sono lasciati a sé stessi, senza tutela, senza garanzie, senza sicurezza”.
La lettera si chiude con un appello forte e diretto: “Nessuno vorrà più lavorare nei reparti psichiatrici se la percezione sarà quella dell’abbandono. La sicurezza sul lavoro non è un privilegio, è un diritto”.