EvdIl nuovo Rapporto Istat sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) 2025 offre un quadro complesso e a tratti preoccupante dello stato di salute della popolazione italiana. Se da un lato l’aspettativa di vita continua a crescere, dall’altro la qualità degli anni vissuti e l’equità nell’accesso ai servizi sanitari mostrano segnali di deterioramento. Per i medici, questi dati rappresentano un campanello d’allarme e una chiamata all’azione.
Più anni di vita, ma meno in salute. Nel 2024, la speranza di vita alla nascita ha raggiunto gli 83,4 anni (81,4 per gli uomini e 85,5 per le donne), con un incremento di 0,4 anni rispetto al 2023. Tuttavia, la speranza di vita in buona salute si ferma a 58,1 anni: 59,8 per gli uomini e 56,6 per le donne. Questo significa che oltre 25 anni della vita media vengono vissuti con limitazioni dovute a malattie croniche o disabilità.
Sovrappeso infantile e mortalità precoce: segnali critici. Il 26,7% dei bambini e adolescenti italiani è in sovrappeso, con un picco del 33,8% nella fascia 3-5 anni. Un dato in crescita che prefigura un futuro di maggiore incidenza di patologie metaboliche e cardiovascolari. Parallelamente, la mortalità evitabile tra i 30 e i 69 anni resta elevata: l’8,2% della popolazione muore per cause prevenibili come tumori, diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie. Il dato è più alto tra gli uomini (10,1%) rispetto alle donne (6,4%).
Disuguaglianze territoriali: il Sud resta indietro. Il Rapporto conferma un’Italia a due velocità. La dotazione ospedaliera è di 30,3 posti letto ogni 10.000 abitanti, ma con forti disparità: 32,5 nel Nord-ovest contro 27,1 nel Sud. Campania, Calabria e Sicilia risultano tra le regioni con i peggiori indicatori sanitari, sia in termini di prevenzione che di accesso ai servizi.
Incidenti stradali e fecondità adolescenziale: altri fronti aperti. Nel 2023 si sono registrati 4,9 decessi per incidente stradale ogni 100.000 abitanti, con una netta prevalenza maschile (8,1 contro 1,9 per le donne). Anche la fecondità adolescenziale presenta forti squilibri: il tasso nazionale è di 13,6 nati per 1.000 ragazze tra i 15 e i 19 anni, ma si scende a 8,6 nel Nord-est e si sale a 30,1 nelle Isole.
Il 40% degli indicatori sanitari in peggioramento. Secondo l’Istat, il 40% degli indicatori relativi al Goal 3 dell’Agenda 2030 (Salute e benessere) ha registrato un peggioramento rispetto all’anno precedente. Il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, ha sottolineato la necessità di un’accelerazione: “Senza interventi straordinari nei prossimi cinque anni, il fallimento su larga scala degli Obiettivi di sviluppo sostenibile rappresenta lo scenario più probabile”.
Per i medici: prevenzione, prossimità e dati
Il Rapporto Istat rappresenta uno strumento prezioso per i professionisti della salute. I dati evidenziano l’urgenza di rafforzare la prevenzione, migliorare l’equità territoriale e promuovere stili di vita sani. Per i medici di famiglia, in particolare, si conferma il ruolo cruciale nella gestione delle cronicità, nell’educazione sanitaria e nel contrasto alle disuguaglianze.