
Oltre il farmaco: la farmacia dei servizi prende forma. Durante la pandemia, le farmacie hanno dimostrato capacità di adattamento e innovazione, offrendo tamponi, vaccini e supporto informativo. Questo ha rafforzato la fiducia dei cittadini: il 92,2% riconosce il sostegno offerto ai più fragili, e il 90% apprezza la prossimità e l’accessibilità del servizio. Oggi, la farmacia è vista da oltre la metà degli italiani (53,6%) come parte integrante del Ssn, non solo come punto di dispensazione. Il 60% degli utenti ha una farmacia di fiducia, e il 50,1% vi si reca almeno una volta al mese. Tra gli over 64, il dato sale al 41,8% su base settimanale.
Cosa chiedono i cittadini? Le aspettative sono chiare: i cittadini vogliono più servizi, più accessibilità, più continuità. Tra i servizi più richiesti:
- Recapito a domicilio dei farmaci per persone fragili (82,7%)
- Distribuzione di farmaci e presidi per conto della Asl (76,4%)
- Test diagnostici rapidi (colesterolo, glicemia, ecc.) (73,3%)
- Sportelli per prenotazioni Cup (72,3%)
- Screening per ipertensione e diabete (82,1%)
- Presenza di infermieri per medicazioni e assistenza (77,5%)
- Vaccinazioni oltre Covid e influenza (62,2%)
Tuttavia, solo il 31,1% è a conoscenza della Sperimentazione della Farmacia dei Servizi, attiva in molte regioni. Eppure, il 68,9% riconosce almeno un servizio già presente nella propria farmacia abituale.
Un’opportunità per la medicina territoriale… ma serve coordinamento. Il 76,1% degli italiani auspica un ampliamento del ruolo della farmacia come presidio della medicina territoriale. Un’evoluzione che impone però una riflessione urgente sul coordinamento con i medici di medicina generale, che per definizione costituiscono il primo presidio di prossimità del Ssn.
Il rischio, segnalano alcune voci della professione medica, è quello di una duplicazione di funzioni e di un possibile squilibrio nel rapporto con i pazienti, se l’erogazione dei servizi avviene in assenza di integrazione e condivisione clinica. In particolare, le attività di screening, monitoraggio e follow-up richiedono una regia clinica coerente per evitare frammentazione, discontinuità assistenziale o confusione nella popolazione.
Per questo, l’ampliamento del ruolo delle farmacie va sostenuto solo all’interno di modelli collaborativi, basati su interoperabilità digitale, strumenti di condivisione dati e definizione chiara dei ruoli tra farmacisti e Mmg, valorizzando le competenze complementari di entrambe le figure.
Come ha evidenziato Ketty Vaccaro responsabile dell'Area welfare e salute del Censis “La sfida è garantire equità e qualità, evitando che le differenze territoriali diventino barriere all’accesso, ma anche proteggendo l’unitarietà del percorso assistenziale”.
Le criticità da affrontare. Il 39,4% degli intervistati teme che non tutte le farmacie siano attrezzate per offrire i nuovi servizi, con il rischio di accentuare le disuguaglianze territoriali. Serve quindi un investimento mirato in:
- formazione del personale,
- adeguamento strutturale,
- interoperabilità con il sistema sanitario,
- protocolli condivisi con i medici di medicina generale.