EvdLa farmacia italiana si conferma un punto di riferimento imprescindibile per la salute pubblica. Secondo il nuovo rapporto “La nuova farmacia pilastro del Ssn. Prospettive ed opportunità”, realizzato dal Censis con il supporto di Federfarma, oltre il 90% degli italiani è favorevole all’ampliamento dei servizi offerti in farmacia. Un dato che riflette un cambiamento profondo nella percezione del ruolo della farmacia, sempre più orientata verso la prevenzione, l’assistenza e il benessere.
Oltre il farmaco: la farmacia dei servizi prende forma. Durante la pandemia, le farmacie hanno dimostrato capacità di adattamento e innovazione, offrendo tamponi, vaccini e supporto informativo. Questo ha rafforzato la fiducia dei cittadini: il 92,2% riconosce il sostegno offerto ai più fragili, e il 90% apprezza la prossimità e l’accessibilità del servizio. Oggi, la farmacia è vista da oltre la metà degli italiani (53,6%) come parte integrante del Ssn, non solo come punto di dispensazione. Il 60% degli utenti ha una farmacia di fiducia, e il 50,1% vi si reca almeno una volta al mese. Tra gli over 64, il dato sale al 41,8% su base settimanale.
Cosa chiedono i cittadini? Le aspettative sono chiare: i cittadini vogliono più servizi, più accessibilità, più continuità. Tra i servizi più richiesti:
  1. Recapito a domicilio dei farmaci per persone fragili (82,7%)
  2. Distribuzione di farmaci e presidi per conto della Asl (76,4%)
  3. Test diagnostici rapidi (colesterolo, glicemia, ecc.) (73,3%)
  4. Sportelli per prenotazioni Cup (72,3%)
  5. Screening per ipertensione e diabete (82,1%)
  6. Presenza di infermieri per medicazioni e assistenza (77,5%)
  7. Vaccinazioni oltre Covid e influenza (62,2%)

Tuttavia, solo il 31,1% è a conoscenza della Sperimentazione della Farmacia dei Servizi, attiva in molte regioni. Eppure, il 68,9% riconosce almeno un servizio già presente nella propria farmacia abituale.

Un’opportunità per la medicina territoriale… ma serve coordinamento. Il 76,1% degli italiani auspica un ampliamento del ruolo della farmacia come presidio della medicina territoriale. Un’evoluzione che impone però una riflessione urgente sul coordinamento con i medici di medicina generale, che per definizione costituiscono il primo presidio di prossimità del Ssn.
Il rischio, segnalano alcune voci della professione medica, è quello di una duplicazione di funzioni e di un possibile squilibrio nel rapporto con i pazienti, se l’erogazione dei servizi avviene in assenza di integrazione e condivisione clinica. In particolare, le attività di screening, monitoraggio e follow-up richiedono una regia clinica coerente per evitare frammentazione, discontinuità assistenziale o confusione nella popolazione.
Per questo, l’ampliamento del ruolo delle farmacie va sostenuto solo all’interno di modelli collaborativi, basati su interoperabilità digitale, strumenti di condivisione dati e definizione chiara dei ruoli tra farmacisti e Mmg, valorizzando le competenze complementari di entrambe le figure.
Come ha evidenziato Ketty Vaccaro responsabile dell'Area welfare e salute del Censis “La sfida è garantire equità e qualità, evitando che le differenze territoriali diventino barriere all’accesso, ma anche proteggendo l’unitarietà del percorso assistenziale”.
Le criticità da affrontare. Il 39,4% degli intervistati teme che non tutte le farmacie siano attrezzate per offrire i nuovi servizi, con il rischio di accentuare le disuguaglianze territoriali. Serve quindi un investimento mirato in:
  • formazione del personale,
  • adeguamento strutturale,
  • interoperabilità con il sistema sanitario,
  • protocolli condivisi con i medici di medicina generale.
Tirando le somme di questa indagine si può sostenere che la farmacia del futuro è già tra noi: più vicina, più accessibile, più integrata. Ma per diventare davvero un pilastro della sanità territoriale, è essenziale costruire un’alleanza strutturata con i medici di medicina generale, nel rispetto delle rispettive competenze. Una rete sanitaria coesa, plurale e interoperabile può essere la chiave per dare pieno senso all’idea di prossimità, evitando sovrapposizioni e valorizzando il contributo di ogni professionista alla salute pubblica.