La carenza di personale sanitario non è più una minaccia futura: è una realtà attuale che attraversa l’Europa, colpendo anche i Paesi con le più alte densità di operatori. Secondo le proiezioni dell’Unione Europea, entro il 2071 sarà necessario aumentare fino al 30% il numero di medici e del 33% quello degli infermieri per garantire gli standard odierni di assistenza. In risposta a questa sfida, l’Associazione europea dei medici junior (Ejd) ha presentato una strategia concreta, accolta con favore dall’Oms Europa.
Tre sono i pilastri della proposta:
1. ottimizzazione della distribuzione dei compiti e del mix di competenze, attraverso best practice internazionali che riducano la variabilità nell’erogazione delle cure;
2. rafforzamento dei sistemi informativi, per una modellazione accurata della domanda e dell’offerta di personale, sfruttando indicatori Oms e strumenti predittivi;
3. sfruttamento della tecnologia digitale, per aumentare efficienza e resilienza dei team sanitari, secondo le linee guida Oms in materia di salute digitale.
“La forza lavoro sanitaria va considerata al pari delle infrastrutture: senza una strategia, non regge lo sforzo”, afferma Patrick Pihelgas, presidente del Comitato Ejd per la forza lavoro medica. “Ottimizzare non vuol dire solo assumere, ma valorizzare tempo, competenze e benessere psicologico degli operatori”.
La crisi del personale sanitario è aggravata da fattori strutturali e culturali: invecchiamento della forza lavoro, mobilità internazionale crescente, difficoltà di attrazione nelle aree rurali e postumi psicologici della pandemia. L’Oms sottolinea come una buona governance e politiche fondate su dati e partecipazione siano oggi strumenti irrinunciabili.
La collaborazione tra Ejd e Oms è un esempio di co-progettazione tra istituzioni internazionali e professionisti in prima linea. “Ottimizzare il personale sanitario è un passo fondamentale verso l’universalità dei servizi, l’equità e la resilienza dei sistemi”, ha dichiarato Cathal Morgan, responsabile Omsper la forza lavoro sanitaria.
L’appello è chiaro: i governi devono integrare queste raccomandazioni nella pianificazione nazionale, investire nella formazione continua, ampliare l’uso dei dati per orientare il reclutamento e dare spazio ai giovani nella definizione delle politiche. Perché una sanità efficiente nasce non solo dai numeri, ma dalla cura di chi cura.