"La spesa sanitaria non è comprimibile: è una spesa costituzionalmente necessaria". Con questa affermazione, Luca Antonini, vicepresidente della Corte Costituzionale, ha aperto il suo intervento al Meeting per l’Amicizia fra i Popoli, durante l’incontro "La salute è un bene per tutti". Il riferimento è alla sentenza 195/2024, che ribadisce il carattere fondamentale del diritto alla salute, unico esplicitamente definito tale nella Costituzione italiana.
Antonini ha denunciato la crescente "povertà sanitaria", che costringe oltre due milioni di italiani a rinunciare alle cure per motivi economici. Il giurista ha parlato di una "americanizzazione" del sistema, dove l’accesso alle cure dipende dal reddito, e ha sottolineato come questa deriva rappresenti una violazione del principio di uguaglianza sancito dall’art. 3 della Costituzione.
Ma il problema non riguarda solo i pazienti. Il Ssn sta perdendo anche i suoi protagonisti: i medici. Secondo i dati della Federazione Cimo-Fesmed, in sei anni il numero di medici dimissionari è triplicato, passando da 1.564 nel 2016 a oltre 4.300 nel 2022. Il trend non si è invertito: nel 2023, il numero di abbandoni resta superiore a quello del 2019. Parallelamente, il tasso di rifiuto delle borse di specializzazione è salito dal 10% al 29% tra il 2021 e il 2024.
Le cause sono molteplici: retribuzioni inadeguate, turni insostenibili, responsabilità crescenti senza adeguato riconoscimento, e una progressiva perdita di autonomia professionale. I Mmg, in particolare, affrontano carichi burocratici sempre più pesanti, una cronica carenza di personale e una crescente difficoltà nel garantire continuità assistenziale.
Antonini ha quindi avanzato una proposta concreta: la creazione di una commissione parlamentare bipartisan per rilanciare il Servizio sanitario nazionale. L’obiettivo è superare le logiche di parte e tornare allo spirito unitario che nel 1978 portò all’istituzione del Ssn, grazie all’accordo tra forze politiche diverse e alla visione condivisa di un sistema universalistico.
"Serve una nuova alleanza tra istituzioni e professionisti. Senza i medici, il diritto alla salute resta sulla carta", ha dichiarato Antonini, evocando il ruolo dei medici costituenti – Caronia, Merisi e Cavallotti – che contribuirono a scrivere il diritto alla salute nella Carta del 1948. Oggi, quel testimone passa ai Mmg, chiamati non solo a curare, ma a difendere il senso stesso della sanità pubblica.
La proposta bipartisan non è solo un appello alla politica, ma un invito alla società civile, alle professioni sanitarie e ai cittadini a partecipare attivamente alla ricostruzione di un sistema che rischia di perdere la sua anima. Perché senza visione, senza coraggio e senza medici, il Ssn non può sopravvivere.