Le Regioni e le Province autonome hanno inviato ai ministri competenti, Orazio Schillaci e Raffaele Foti, una lettera ufficiale per chiedere maggiore chiarezza sull’attuazione degli interventi sanitari previsti dal Pnrr. Il documento, elaborato in risposta alla nota ministeriale dell’1 agosto, riguarda in particolare le Case della Comunità, gli Ospedali di Comunità e il programma “Ospedale sicuro e sostenibile”.
La nota ministeriale aveva sollevato dubbi sull’effettiva tracciabilità degli interventi, basandosi sui dati originari dei Cis (Criteri di intervento strategico) del 2022, ovvero i documenti tecnici che definivano obiettivi, risorse e tempistiche degli interventi sanitari. Secondo le Regioni, questa impostazione non consente di identificare con precisione quali interventi rientrino ancora tra gli obiettivi minimi del Pnrr attualmente vigente.
Le Regioni sottolineano che la sottoscrizione di obbligazioni giuridicamente vincolanti riguarda la quasi totalità degli interventi originariamente previsti, e che nessuno di essi può essere oggetto di stralcio. Piuttosto, si propone di ridefinire il concetto come “rimodulazione dei target”, con realizzazione posticipata rispetto ai termini originari.
Nessuna Regione o Provincia autonoma ha comunicato rinunce o disponibilità a cedere quote di finanziamento. Le informazioni raccolte saranno verificate nei tavoli bilaterali convocati dall’Unità di Missione e convalidate attraverso la piattaforma Regis.
Tre le priorità operative richieste:
1.    Attuazione del Dm 77/2022: le Regioni chiedono una progressiva applicazione del decreto anche nelle strutture finanziate dal Pnrr, evitando l’imposizione di standard uniformi ritenuti irrealizzabili in alcuni territori. Si sottolinea la necessità di coerenza con la reale disponibilità di medici e infermieri.
2.    Requisiti minimi Ue: viene richiesta una definizione chiara e ufficiale dei requisiti organizzativi minimi richiesti dall’Unione Europea per le 1.038 Case della Comunità e i 307 Ospedali di Comunità, mantenendo il finanziamento assegnato a ciascuna Regione.
3.    Tempistiche di consegna e collaudo: si sollecitano indicazioni tecniche precise sui tempi massimi di consegna, collaudo e rendicontazione, affinché gli interventi possano essere conclusi entro il secondo trimestre del 2026 o altra data riconosciuta dall’Ue. Le Regioni propongono, ad esempio, l’utilizzo del verbale di consegna anticipata come prova dell’avvenuta realizzazione, con collaudo e pagamento da completare successivamente.
La lettera si chiude con la richiesta di una risposta entro il 30 settembre e con la conferma della piena disponibilità delle Regioni a collaborare in ogni fase del processo. La Conferenza delle Regioni auspica un confronto diretto con i Ministeri competenti per affrontare le criticità ancora aperte e garantire il raggiungimento degli obiettivi.