Durante l’incontro “Infezioni respiratorie: impatti sull’Healthy ageing e costi del Ssn”, promosso da The European House – Ambrosetti con il contributo non condizionante di Pfizer, è emerso un quadro epidemiologico e organizzativo che impone una riflessione urgente. Le patologie respiratorie acute — tra cui Rsv, Covid, polmoniti e sindromi simil-influenzali — continuano a crescere in incidenza e gravità, colpendo in modo particolare le fasce più vulnerabili della popolazione: anziani e pazienti fragili.
I dati parlano chiaro. In Italia si registrano ogni anno circa 188.300 casi di infezioni respiratorie ogni 100.000 abitanti, con picchi nei bambini e negli over-50. La mortalità è in aumento: nel 2022, il 9,1% dei decessi è stato attribuito a queste patologie, e i ricoveri restano superiori dell’82% rispetto al periodo pre-pandemico. Il virus respiratorio sinciziale (Rsv), spesso sottovalutato, causa oltre 26.000 ricoveri e 1.800 decessi l’anno, soprattutto tra gli anziani.
A fronte di questa emergenza, la prevenzione vaccinale si conferma lo strumento più efficace. Tuttavia, le coperture restano insufficienti. Secondo le stime, il raggiungimento del 50% di copertura per influenza, pneumococco, Covid-19 e Rsv genererebbe risparmi pari a 1 miliardo di euro l’anno, che salirebbero a oltre 2 miliardi con coperture vicine al 95%.
Il ruolo dei Mmg è centrale. Il 96,2% somministra il vaccino antinfluenzale e il 94,9% l’antipneumococcico, ma la quota scende al 75,9% per l’anti-Covid. Come ha sottolineato Lara Morelli (Fimmg Roma), è fondamentale che il messaggio vaccinale arrivi al paziente in modo univoco, personalizzato e coerente con le sue condizioni cliniche. Serve un approccio sartoriale, costruito sulle necessità del singolo assistito.
Accanto alla somministrazione, la comunicazione resta un nodo critico. Il 42% degli italiani lamenta confusione informativa, e oltre un terzo chiede campagne istituzionali più frequenti e affidate a esperti. La fiducia nella vaccinazione è in crescita, ma persistono esitazioni, soprattutto tra gli over-60. Una quota significativa di indecisi si dice pronta a rivedere la propria posizione se ricevesse informazioni più chiare e affidabili.
Sul piano organizzativo, le aziende sanitarie hanno avviato misure importanti: chiamata attiva, nuovi hub vaccinali, ampliamento della rete territoriale. Ma restano ritardi nell’adozione di strumenti digitali e nei programmi di recupero degli inadempienti. Le farmacie, grazie alla loro capillarità e flessibilità, si sono dimostrate un valido supporto, ma è necessario rafforzare l’integrazione con i Mmg e le strutture pubbliche.
Guardando al futuro, con oltre un terzo della popolazione italiana che nel 2050 avrà più di 65 anni, il rilancio delle vaccinazioni non è più rinviabile. Serve un’anagrafe vaccinale nazionale, circolari ministeriali tempestive, accesso facilitato ai vaccini e protocolli territoriali condivisi.