Obesità: informazione in crescita, ma cure ancora disattese
La percezione sociale resta un ostacolo: il 43,8% degli intervistati riconosce che discriminazione ed emarginazione influiscono negativamente sulla gestione della condizione, e il 23,1% denuncia il persistere di stereotipi come l’associazione tra obesità e pigrizia.
Il questionario, integrato da parametri antropometrici per il calcolo di Bmi e Bai, ha rivelato una significativa discrepanza tra autopercezione e condizione reale: il 60% delle donne e il 60,2% degli uomini risultano in sovrappeso o obesi, ma solo il 18,9% si definisce tale.
Una survey parallela ha coinvolto i farmacisti, evidenziando criticità operative: spazi non sempre adeguati, difficoltà di coinvolgimento dei cittadini e necessità di strategie comunicative più efficaci. Da qui la proposta di coinvolgere anche i medici di medicina generale nelle future campagne.
"Siamo orgogliosi dei risultati raggiunti – ha dichiarato Tiziana Nicoletti, responsabile del Coordinamento nazionale associazioni malati cronici e rari di Cittadinanzattiva – e vogliamo continuare a promuovere un approccio corale che unisca cittadini, professionisti e decisori per ridurre le disuguaglianze e garantire percorsi di cura multidisciplinari e uniformi".
Cinque le aree di intervento proposte: attuazione della Legge 741/2025 con inclusione dell’obesità nei Lea, creazione di Centri dedicati e di un registro nazionale, formazione obbligatoria per gli operatori sanitari, azioni educative e urbanistiche, e accesso equo ai trattamenti, inclusa la chirurgia bariatrica.