EvdLa prevenzione primaria è l’arma più importante per contrastare le malattie cardiovascolari e si basa essenzialmente su due elementi: adozione di uno stile di vita sano per ridurre il rischio di insorgenza di patologie, identificazione precoce e adeguata gestione di fattori di rischio (fumo di sigaretta, colesterolemia, diabete, pressione arteriosa).
Nella gestione delle malattie cardiovascolari il colesterolo LDL rappresenta il principale obiettivo terapeutico, come ben sottolineato dalle linee guida ESC/EAS 2019, che hanno fatto del concetto “The lower the better” un obiettivo imprescindibile per una prevenzione primaria efficace. Attraverso uno stile di vita più salutare e un adeguato controllo medico nei soggetti con rischio cardiovascolare stimato si potrebbe infatti evitare una quota veramente importante di eventi cardio-cerebrovascolari. “Le LDL ossidate e la Proteina C Reattiva sono elementi chiave nel processo aterosclerotico. L’ossidazione delle LDL rappresenta la principale modifica che trasforma queste lipoproteine in elementi pro-infiammatori e pro-aterogeni, favorendo l’accumulo di placche nelle arterie fin dalle fasi iniziali”. È questo un commento del Prof. Pasquale Perrone Filardi Direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, Università “Federico II” di Napoli, Presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC). Che aggiunge “È ormai chiaro che la sola riduzione del colesterolo LDL non basta: bisogna puntare anche su questi fattori per ridurre il rischio cardiovascolare in modo più completo ed efficace. La Proteina C Reattiva, invece, è un indicatore di infiammazione cronica. I suoi livelli elevati sono correlati non solo alla progressione dell’aterosclerosi, ma anche alla rottura della placca e alle conseguenti complicanze trombotiche. Studi recenti hanno evidenziato che un’infiammazione sistemica latente, indicata da valori di PCR anche solo leggermente elevati, può raddoppiare il rischio cardiovascolare rispetto a valori normali. Pertanto, è fondamentale riconoscere e intervenire su questi fattori, specie nei soggetti con altri fattori di rischio come diabete e ipertensione”.

Quando la prevenzione viene meno
In alcuni pazienti si presentano però degli ostacoli alla prevenzione primaria, soprattutto quando si protende ad usare subito terapie farmacologiche: dal 25 al 50% dei pazienti, infatti, interrompe la terapia durante il primo anno, motivando la decisione con l’intolleranza agli eventi indesiderati (soprattutto derivanti dalle statine) o con una franca avversione all’assunzione di farmaci. In questi casi la proposta di un nutraceutico apre di nuovo la via a una prevenzione primaria efficace, meglio accettata e con buon profilo di tollerabilità.

Le strategie alternative di prevenzione
Se nel paziente è importante perseguire il prima possibile una normalizzazione dei valori fuori target e il medico non ritiene opportuna la somministrazione di un farmaco o se quest’ultimo non sia tollerato, una strategia alternativa è quella di proporre un nutraceutico, raccomandando sempre un corretto stile di vita.
In questo percorso si inserisce Cardioritmon® Colesterolo con Ritmon Colesystem, un nutraceutico appositamente formulato per contribuire a regolare il metabolismo di colesterolo e trigliceridi e la funzionalità dell’apparato cardiovascolare.
Ognuno dei suoi componenti agisce su un momento specifico del metabolismo lipidico: i fitosteroli riducono l’assorbimento intestinale di colesterolo, il carciofo riduce la sintesi epatica di colesterolo, la berberina aumenta la captazione epatica del C-LDL, il fieno greco aumenta l’escrezione biliare nel fegato del C-LDL, l’olivo riduce l’ossidazione delle LDL.
Questo nutraceutico è stato valutato mediante uno studio clinico condotto presso il San Matteo di Pavia (studio PaLiMeRiCa), in cui sono stati arruolati soggetti con rischio CV basso-moderato con livelli di C-LDL compresi tra 115 - 190 mg/dL, glicemia a digiuno compresa tra 100 - 125 mg/dL, trigli-ceridi superiori a 150 mg/dL, circonferenza vita >88 cm (donne) e >102 cm (uomini) e DBP superiore a 90 mmHg e SBP superiore a 140 mmHg oppure iin trattamento. È stato effettuato un confronto tra due gruppi di trattamento (1 cps vs 2 cps). I risultati, nel gruppo trattato con 1 cps al giorno, hanno evidenziato una riduzione del C-LDL di 22.1 mg/dl (pari a -14%) e di 27 mg/dl (-11%) del colesterolo totale mentre nel gruppo che assumeva due capsule, si è registrata una riduzione del C-LDL di 40 mg/dl (-25%) e di 45.2 mg/dl (-19%) del colesterolo totale (figura 1). Con un profilo di tollerabilità ottimale in entrambi i gruppi. Le percentuali di riduzione dei parametri lipidici appaiono dunque in linea con le indicazioni delle linee guida e fanno di questo nutraceutico una strategia di prevenzione primaria preventiva di grande utilità in quei pazienti che non vogliono far ricorso a una terapia con statine.

Le conferme nei pazienti ambulatoriali di cure primarie
In una recente analisi retrospettiva multicentrica condotta nell’ambito della Medicina generale sono stati arruolati soggetti con ipercolesterolemia lieve moderata, a rischio cardiovascolare basso/moderato, in assenza di indicazione al trattamento con statine (Contursi V, et al. IJPC 2024; vol. 11, n.2). Nel campione finale di 164 soggetti, il trattamento di 3 mesi con Cardioritmon® Colesterolo ha evidenziato una riduzione significativa del C-LDL pari a 19.2 mg/ml (12.9%), del C-tot pari a 22.8 mg/ml (10%) e dei trigliceridi pari a 8 mg/ml (6.7%).
Questi dati rappresentano una conferma che la modulazione del profilo lipidico mediante la supplementazione nutraceutica risponde in pieno alle indicazioni delle linee guida per la prevenzione degli eventi cardiovascolari.