Data la crescente incidenza di sovrappeso e obesità a livello globale – nel 2022 circa 2,5 miliardi di adulti, ovvero il 43% della popolazione adulta mondiale, erano in sovrappeso – la ricerca di strategie efficaci per la perdita di peso è cruciale. La riduzione del peso corporeo può infatti diminuire i fattori di rischio cardiometabolici, quali Ipertensione, ipercolesterolemia, glicemia elevata, contribuendo a ridurre il carico di gravi condizioni croniche come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari. Una recente analisi di studi clinici, pubblicata da BMJ, ha confrontato i benefici del digiuno intermittente con le diete a restrizione calorica continua o diete senza restrizioni.
Sebbene non esista una definizione univoca e chiara, i vari metodi di digiuno intermittente possono essere raggruppati in tre ampie categorie:
- alimentazione a tempo limitato (Time Restricted Eating): un esempio è la dieta 16:8, che prevede un periodo di digiuno di 16 ore seguito da una finestra di 8 ore per l'assunzione di cibo;
- digiuno a giorni alterni (Alternate Day Fasting): comporta un digiuno di 24 ore a giorni alterni;
- digiuno per intere giornate (Whole Day Fasting): come la dieta 5:2, che prevede cinque giorni di alimentazione senza restrizioni e due giorni di digiuno.
Per affrontare l'incertezza riguardo agli effetti sulla salute del digiuno intermittente rispetto alla restrizione calorica continua o a una dieta non restrittiva, i ricercatori hanno analizzato i risultati di 99 studi clinici randomizzati, coinvolgendo 6.582 adulti (età media 45 anni; 66% donne) con un Bmi medio di 31. I partecipanti avevano quasi il 90% di condizioni di salute preesistenti. I risultati hanno indicato che tutte le strategie di digiuno intermittente e le diete a restrizione energetica continua possono portare a piccole riduzioni del peso corporeo rispetto a una dieta senza restrizioni.
In particolare, il digiuno a giorni alterni è stata l'unica strategia di digiuno intermittente a mostrare un leggero beneficio nella riduzione del peso corporeo rispetto alla restrizione energetica continua (differenza media di -1,29 kg). Ha inoltre evidenziato una maggiore riduzione del peso rispetto sia all'alimentazione a tempo limitato (differenza media -1,69 kg) sia al digiuno per intere giornate (differenza media -1,05 kg). Tuttavia, è fondamentale notare che queste differenze non hanno raggiunto la soglia clinicamente importante di almeno 2 kg di perdita di peso per gli individui con obesità, come definita dagli autori dello studio. Gli studi di durata inferiore a 24 settimane hanno mostrato stime simili, ma quelli di 24 settimane o più hanno mostrato benefici di perdita di peso solo nelle strategie dietetiche confrontate con una dieta senza restrizioni.
Per quanto riguarda i fattori di rischio cardiometabolici, il digiuno a giorni alterni è stato associato a livelli più bassi di colesterolo totale e Ldl rispetto all'alimentazione a tempo limitato. Tuttavia, l'alimentazione a tempo limitato ha comportato un piccolo aumento dei livelli di colesterolo rispetto al digiuno per intere giornate. Non è stato riscontrato alcun beneficio per i livelli di zucchero nel sangue o di colesterolo Hdl in nessuna delle comparazioni tra le strategie dietetiche.
I ricercatori hanno evidenziato diverse limitazioni dello studio, tra cui l'elevata variabilità (eterogeneità) tra le comparazioni delle strategie dietetiche, le piccole dimensioni dei campioni di molti studi inclusi e la bassa o moderata certezza delle prove nella maggior parte degli esiti indagati. Nonostante ciò, questa è stata definita una delle prime revisioni sistematiche a combinare confronti diretti e indiretti tra tutte le strategie dietetiche, consentendo stime più precise. La conclusione è che le diete a digiuno intermittente mostrano benefici simili alla restrizione energetica continua per la perdita di peso e i fattori di rischio cardiometabolici. Tuttavia, sono necessari studi di durata maggiore per consolidare ulteriormente questi risultati.

Digiuno intermittente, un’opzione aggiuntiva al repertorio di cure
Un editoriale collegato allo studio suggerisce che il valore di questa ricerca non risiede nello stabilire una strategia universalmente superiore, ma nel posizionare il digiuno a giorni alterni come un'opzione aggiuntiva all'interno del repertorio terapeutico. Si evidenzia che i benefici derivanti da qualsiasi intervento strutturato – inclusa la restrizione energetica continua – potrebbero derivare non solo dal modello dietetico, ma anche dal supporto professionale, dalla pianificazione e dall'educazione nutrizionale. Anche la qualità della dieta durante i giorni di alimentazione libera potrebbe influenzare gli esiti del digiuno a giorni alterni. L'obiettivo dovrebbe essere promuovere cambiamenti sostenibili nel tempo, e il digiuno intermittente non intende sostituire altre strategie dietetiche, ma integrarle e complementari all'interno di un modello di cura nutrizionale completo e centrato sul paziente.

Azad Z, et al. Intermittent fasting strategies and their effects on body weight and other cardiometabolic risk factors: systematic review and network meta-analysis of randomised clinical trials. BMJ 2025; 389:e082007. http://dx.doi.org/10.1136/ bmj-2024-082007