
Uno studio clinico randomizzato, presentato alle sessioni scientifiche dell'American Diabetes Association, ha coinvolto un gruppo di adulti con diabete di tipo 2 in sovrappeso o obesi in un intervento educativo sul diabete della durata di sei mesi. I partecipanti sono stati assegnati casualmente a uno dei due gruppi di intervento:
- restrizione energetica intermittente (Ier): questo gruppo ha seguito una dieta a bassissimo contenuto calorico per 2 o 3 giorni alla settimana per i primi tre mesi, e poi "tutte le volte che è necessario" per i successivi tre mesi per mantenere la perdita di peso;
- alimentazione a tempo limitato (Tre) più restrizione energetica: questo gruppo ha aderito a una "finestra alimentare" di 8 ore o meno al giorno, il più spesso possibile o almeno 5 giorni alla settimana. Anche questo gruppo ha seguito una dieta a ridotto apporto energetico per i primi tre mesi.
Tutti i partecipanti hanno preso parte a regolari riunioni di gruppo e visite di monitoraggio medico per eventuali aggiustamenti ai farmaci.
I risultati hanno rivelato "miglioramenti clinicamente rilevanti nel peso corporeo, dal 7% all'8% in ciascun gruppo, e miglioramenti nell'HbA1c". L'HbA1c, un indicatore chiave del controllo glicemico a lungo termine, è diminuita di circa 0,5 punti percentuali non aggiustati, con miglioramenti ancora più pronunciati se si considerano i cambiamenti nei farmaci.
Entrando nel dettaglio dei dati a 6 mesi:
- il gruppo Ier ha registrato una diminuzione di 0,6 punti percentuali dell'HbA1c (p< 0,001) e una riduzione di 6,7 kg del peso corporeo (p< 0,001);
- il gruppo Tre più Restrizione Energetica ha mostrato una riduzione di 0,5 punti percentuali dell'HbA1c (p= 0,01) e una diminuzione di 8,1 kg del peso corporeo (p< 0,001).
È importante sottolineare che il cambiamento in tutte e tre le misure (HbA1c, Auc glicemica a 3 ore e peso corporeo) non è stato significativamente diverso tra i due gruppi, indicando un'efficacia comparabile delle due strategie.
La Dottoressa Felicia L. Steger, assistente professore presso l'University of Kansas Medical Center e co-autrice dello studio, ha riferito che l'ipoglicemia è stata osservata all'inizio dello studio, ma i tassi tendevano a diminuire man mano che gli interventi continuavano. I partecipanti sono stati consigliati su come gestirla. La soddisfazione generale è stata alta in entrambi i gruppi, con tassi di ritenzione dell'83% per il gruppo Ier e del 96% per il gruppo Tre, indicando una buona fattibilità e aderenza.
Sebbene i risultati siano promettenti, la Dott.ssa Steger ha suggerito che potrebbe essere necessario uno studio con un design crossover per determinare quale intervento sia più fattibile e sostenibile per i singoli partecipanti a lungo termine. I ricercatori stanno anche raccogliendo "molti dati su chi sta rispondendo all'intervento, sia da un punto di vista metabolico che comportamentale", che saranno analizzati nei prossimi mesi.
In sintesi, questo studio fornisce prove concrete che sia il digiuno intermittente che l'alimentazione a tempo limitato, in combinazione con la restrizione calorica, sono strategie efficaci per migliorare il controllo glicemico e promuovere la perdita di peso negli adulti con diabete di tipo 2. Questi approcci offrono nuove speranze e opzioni per la gestione di questa condizione cronica.
Bibliografia
Steger FL, et al. 1910-LB. Presentato all’ American Diabetes Association Scientific Sessions; 20-23 giugno 2025, Chicago.