Malaria: la scienza scommette sugli anticorpi monoclonali
Nonostante anni di sforzi, i progressi contro la malattia e le zanzare sono in gran parte in fase di stallo. Molte regioni soffrono di resistenza ai farmaci antimalarici e agli insetticidi, e le campagne di vaccinazione, sebbene importanti, non hanno ancora immunizzato un numero sufficiente di persone per superare il flagello. In questo scenario critico, gli scienziati presentano una speranza significativa: gli anticorpi monoclonali (mAb).
Una serie di "eleganti esperimenti di laboratorio" ha rivelato come una coppia di queste molecole ingegnerizzate possa combattere la malaria. Un team interdisciplinare di ricercatori statunitensi del Vaccine Research Center di Bethesda, nel Maryland – una divisione del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, il cui futuro è ora in bilico a causa dei tagli – ha sviluppato due specifici mAb, noti come CIS43LS e L9LS.
Questi anticorpi si legano a regioni distinte sulla superficie di uno stadio di sviluppo precoce del parassita della malaria più letale del pianeta, il Plasmodium falciparum. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che i mAb si legano alla proteina circumsporozoita (PfCSP). Questa proteina "punteggia la superficie dello stadio di sviluppo dello sporozoite del parassita", che si verifica all'inizio del ciclo di vita del parassita nell'ospite umano. Ci sono circa 19 diverse fasi di sviluppo che i parassiti attraversano, prima nelle zanzare e poi negli esseri umani. L'importanza cruciale di questi mAb risiede nella loro capacità di impedire al parassita di entrare nel fegato e di trasformarsi in uno stadio più pericoloso per la vita.
Lo sviluppo di mAb per la malaria è logico, dato il loro successo nel trattare altre malattie infettive, come il Covid. Studi clinici hanno già dimostrato che i mAb hanno diversi vantaggi: salvano vite, offrono una protezione rapida dopo una singola dose e sono sicuri da usare. A differenza dei vaccini recentemente approvati, un vantaggio fondamentale è che i mAb possono essere somministrati a persone di tutte le età.
Nelle regioni endemiche, gli adulti umani tendono a ospitare parassiti malarici attivi nel sangue, fungendo da "serbatoio". Questi parassiti possono essere raccolti dalle zanzare Anopheles femmine durante un pasto di sangue e trasmessi ad altri, in particolare ai bambini vulnerabili, in morsi successivi. Kisalu sottolinea che la presenza dei parassiti nel sangue rappresenta una "bella finestra di opportunità per colpire i parassiti prima che raggiungano il fegato".
La speranza è di rendere gli antimalarici ancora più efficienti, ingegnerizzandoli per legarsi in modo più efficace ai loro bersagli. L'aumento dell'affinità di legame dei mAb di nuova generazione potrebbe aumentarne ulteriormente la potenza di circa due o tre volte, una mossa che potrebbe anche contribuire a ridurre i costi.
Questa ricerca fornisce una chiara prova che gli anticorpi monoclonali possono essere straordinariamente efficaci nel trattamento della malaria. La necessità di affrontare l'ondata di casi richiede un'ampia gamma di interventi, e gli anticorpi monoclonali rappresentano un'aggiunta fondamentale all'arsenale contro questa malattia.
Bibliografia
Kisalu NK, et al. FcγR binding differentially contributes to protection by two human monoclonal antibodies targeting Plasmodium falciparum circumsporozoite protein. Sci Transl Med 2025. DOI: 10.1126/scitranslmed.adk6745