Hiv, focus sull'approccio terapeutico"person-centered"
L'innovazione lenacapavir, nominata dalla rivista Science "scoperta dell'anno" nel 2024, è al centro della ricerca preventiva di Gilead. L'azienda ha presentato nuovi dati che evidenziano il profilo di sicurezza di lenacapavir somministrato due volte l’anno per la profilassi pre-esposizione (PrEp), in combinazione con altri farmaci". Lo studio di Fase 2 Purpose 5 valuta l'espansione della PrEp a popolazioni europee non ancora raggiunte, definendo un modello per futuri studi sulla prevenzione dell'Hiv grazie alla collaborazione con vari gruppi delle community. Lo studio Purpose 2 ha inoltre analizzato l'uso concomitante, suggerendo che lenacapavir può essere somministrato insieme a statine e inibitori della Pde-5 con monitoraggio e aggiustamento del dosaggio. Il "meccanismo d'azione multifasico di lenacapavir si distingue dalle classi di agenti antivirali attualmente approvate".
La ricerca Gilead si concentra su regimi a lunga durata d'azione, inclusi i trattamenti settimanali e semestrali. Risultati a 96 settimane della combinazione orale settimanale islatravir + lenacapavir (Studio di Fase 2) mostrano che il 100% dei partecipanti ha mantenuto una carica virale non rilevabile (<50 copie/mL). Ancora più promettente è la combinazione semestrale di lenacapavir con anticorpi neutralizzanti (teropavimab e zinlirvimab), che ha il potenziale per diventare il primo regime completo somministrato due volte l’anno. È inoltre in fase avanzata lo studio Artistry-1, che valuta il passaggio a una combinazione orale giornaliera di lenacapavir e bictegravir per persone che seguono regimi terapeutici complessi.
I risultati quinquennali dello studio Bicstar, relativi a persone con Hiv in Canada, Francia e Germania, offrono nuove evidenze sul trattamento a lungo termine con bictegravir/emtricitabina/tenofovir alafenamide, utili per orientare il futuro della cura dell'Hiv. Il regime B/F/Taf ha continuato a dimostrare una soppressione virale sostenuta, un profilo di sicurezza e tollerabilità favorevole e una barriera elevata alla resistenza. Questi dati, che includono persone con elevato carico di comorbidità, sottolineano l'importanza degli esiti riportati dai pazienti come approccio centrato sulla persona nella ricerca sull'Hiv.