Il microbioma è la chiave per curare il fegato?
La chiave di volta è l'asse intestino-fegato, una comunicazione bidirezionale che si rivela fondamentale per la rigenerazione tissutale e lo sviluppo di terapie mirate e personalizzate.
Il Professor Maurizio Muscaritoli, Presidente Sinuc, spiega l'importanza di questo ecosistema: “Il microbioma intestinale umano, un ecosistema complesso composto da trilioni di microrganismi, si conferma molto più di un semplice “inquilino” del nostro corpo. Questi microbi svolgono ruoli fondamentali nel mantenimento della salute intestinale ed epatica attraverso un sofisticato sistema di comunicazione bidirezionale noto come asse intestino-fegato”.
Muscaritoli prosegue dettagliando il meccanismo: “Si tratta di una rete di comunicazione straordinaria in cui metaboliti derivati dai microbi intestinali – come acidi biliari, acidi grassi a catena corta (Scfa) e indoli – influenzano direttamente la funzione epatica, mentre il fegato, a sua volta, regola la composizione del microbiota intestinale attraverso la produzione di acidi biliari”.
Gli studi evidenziano l'azione specifica di alcune specie protettive: “Gli studi – prosegue Muscaritoli – evidenziano come specifiche specie batteriche mostrino effetti protettivi e riparativi”.
Queste includono:
• Lactobacillus plantarum: rafforza la barriera intestinale, accelera la guarigione del fegato dopo interventi chirurgici, riduce l’accumulo di grassi nell’organo e ne migliora la funzionalità.
• Akkermansia muciniphila: facilita la rigenerazione del tessuto epatico, riduce l’infiammazione e il danno epatico, migliora l’integrità della barriera intestinale e contrasta la steatosi epatica.
• Faecalibacterium prausnitzii e Lactobacillus rhamnosus GG: offrono protezione dai danni indotti dall’alcol, riducono l’infiammazione sistemica e migliorano il metabolismo lipidico.
Queste scoperte aprono nuove chiavi di lettura per comprendere e trattare patologie complesse come le Mash (Steatoepatite Metabolico-Associata, ex Nash), la cirrosi epatica, il carcinoma epatocellulare e le malattie Infiammatorie Intestinali. In queste condizioni, gli squilibri del microbioma (disbiosi) aumentano la permeabilità intestinale, permettendo a sostanze tossiche di raggiungere il fegato.
Le future strategie terapeutiche prevedono l’uso mirato di ceppi batterici specifici, la somministrazione di prebiotici o il trapianto di microbiota fecale (Fmt), fino a trattamenti personalizzati basati sul profilo individuale (medicina di precisione).
Muscaritoli conclude sottolineando il cambio di prospettiva: “Questi dati rappresentano un cambio di paradigma nella comprensione e nel trattamento delle malattie del fegato. La possibilità di modulare il microbioma intestinale per influenzare positivamente la salute epatica apre scenari terapeutici completamente nuovi nell’ambito della medicina di precisione”.
Queste scoperte assumono particolare rilevanza data la crescita globale delle malattie epatiche metaboliche e infiammatorie.