Asco e la Society for Integrative Oncology hanno pubblicato nuove linee guida di pratica clinica per la gestione dell'affaticamento correlato al cancro. Un gruppo multidisciplinare di esperti ha sviluppato le linee guida sulla base di una revisione sistematica della letteratura di 113 studi clinici pubblicati: gli esperti raccomandano esercizio fisico e terapia cognitivo comportamentale.
Questo studio ha valutato l'impatto dell'uso periodico di un programma di dieta mima digiuno (Fmd) di 5 giorni in aggiunta alle cure abituali sul controllo metabolico nelle persone con diabete di tipo 2 (N = 100). Rispetto alla cura regolare, l’uso di un questo programma è stato associato a miglioramenti dell’HbA1c, a una riduzione della necessità di farmaci ipoglicemizzanti, nonché a riduzioni del peso corporeo, del BMI, della circonferenza della vita e del grasso corporeo.
I risultati di un’indagine e la premiazione di uno studio, riportano l’attenzione agli effetti collaterali, uno degli aspetti a cui la radioterapia viene erroneamente associata. “Negli ultimi decenni l'evoluzione delle tecniche radioterapiche – spiega Marta Scorsetti, Presidente Airb (Associazione Italiana di RadioBiologia) - ha portato a significativi miglioramenti nei risultati oncologici. In questo contesto, l’aumento della precisione del trattamento riveste un ruolo cruciale per ridurre gli effetti collaterali”.
Il report Osmed indica che l’inappropriatezza prescrittiva dei Fans è in costante e gravosa crescita per il Servizio Sanitario Nazionale, i Servizi Sanitari Regionali e per la salute, con potenziale rischio di importanti effetti collaterali. 9 volte su 10 sono prescritti in modo inappropriato al di fuori delle indicazioni di rimborsabilità del SSN (AIFA Nota 66) e a pazienti che potrebbero trarre lo stesso, o un migliore beneficio, da altri tipi di farmaci con minori rischi di effetti collaterali.
Secondo alcuni dati recenti l'uso di statine è stato associato a una riduzione del rischio fino al 90% di colangite sclerosante primaria di nuova insorgenza tra i pazienti con malattia infiammatoria intestinale, sia nella colite ulcerosa (HR = 0.21) che nella malattia di Crohn (HR = 0.15), senza differenze tra uomini (HR = 0.22) e donne (HR = 0.16).
I comportamenti sani sono stati collegati a un minor rischio di Alzheimer (AD), ma possono anche avvantaggiare i pazienti nei quali la malattia sia già stata diagnosticata, sia come decadimento cognitivo lieve (MCI) che come AD precoce, ha suggerito una nuova ricerca. Dopo 20 settimane, i pazienti che hanno seguito un intervento intensivo multimodale sullo stile di vita hanno mostrato miglioramenti significativi in tre misure di cognizione e funzione e una minore progressione in una misura rispetto alle cure abituali.
Il trattamento a base di un farmaco immunoterapico composto da due citochine somministrato direttamente nella massa tumorale innesca una risposta immunitaria, non solo locale, ma anche sistemica. L’oncologo Paolo Ascierto: “A beneficiare del trattamento neo-adiuvante non sono solo i pazienti che non hanno ricevuto alcuna terapia prima, ma anche coloro precedentemente sottoposti a immunoterapia sistemica”.