EvdLa depressione colpisce oltre 3 milioni di persone in Italia e tra i malati cronici la sua incidenza è del 30%, una percentuale altissima se paragonata a quella riscontrata tra la popolazione in generale, che oscilla tra il 5 e il 7%. Uno studio pubblicato su JAMA Psychiatry chiarisce una volta per tutte che gli antidepressivi rappresentano un’opzione di trattamento sicura ed efficace anche nei pazienti con comorbidità. Una buona notizia che ha ricadute importanti sulla pratica clinica.

EvdDal congresso Sinpf di Milano emergono nuovi dati sulla palmitoiletanolamide (PEA). Questo antinfiammatorio e analgesico – prodotto dal corpo e presente in alimenti come uova, piselli, pomodori e soia – grazie all’azione sul sistema degli endocannabinoidi chiamato ‘effetto entourage’, si sta rivelando utile come possibile biomarcatore per la diagnosi di psicosi e come integratore da affiancare ai farmaci. Dalla revisione degli studi emerge anche una sua possibile applicazione per la prevenzione del declino cognitivo.

In uno studio prospettico è stato studiato l'effetto della chirurgia della cataratta sul deterioramento cognitivo lieve e sulla demenza negli individui più anziani: i dati hanno confermato che l’intervento ha migliorato significativamente le prestazioni cognitive nei pazienti anziani con lieve deterioramento cognitivo.

Pioniere in Campania della terapia con radioligandi per la cura e lo studio dei tumori neuroendocrini, l’Istituto dei tumori di Napoli è tra i primi istituti di ricerca e l’unica struttura regionale di consolidata esperienza, in grado di offrire una terapia oncologica innovativa che sta rivoluzionando la cura del cancro a partire da una neoplasia rara, i Tumori Neuroendocrini (NET), ma che in futuro potrà arricchire il ventaglio terapeutico di numerose tipologie di tumori, tra cui presto il carcinoma alla prostata.

EvdIn un recente studio di coorte pubblicato su JAMA Network Open, gli inibitori SGLT2 hanno dato prova di essere in grado di ridurre significativamente il rischio di morte, di eventi avversi renali maggiori (MAKE) e di eventi cardiovascolari avversi maggiori (MACE) nelle persone con diabete di tipo 2 e malattia renale acuta.

Secondo una nuova ricerca, la terapia orale con acido amoxicillina-clavulanico per 5 giorni si è rivelata non inferiore a un ciclo di trattamento di 10 giorni nelle infezioni febbrili del tratto urinario (UTI) non complicate.  Un altro potenziale vantaggio nell’abbreviare il trattamento è quello di un’aderenza aumentata al trattamento. Tuttavia è necessario ridurre la durata di un ciclo di farmaci solo se è possibile farlo senza compromettere l'efficacia del trattamento.

Meno della metà dei pazienti ospedalizzati con infezioni da batteri Gram-negativi sono passati da una terapia antibiotica per via endovenosa alla somministrazione orale entro il settimo giorno, come ha dimostrato uno studio retrospettivo di coorte pubblicato su JAMA Network Open. Nella coorte di oltre 4.500 pazienti, solo il 43% è passato dagli antibiotici per via endovenosa a quelli orali entro il giorno 7, ma quasi il 90% dei pazienti era clinicamente stabile con infezione controllata entro 5 giorni dalla somministrazione di antibiotici per via endovenosa.