Le evidenze “real-world” presentate alla 30a CROI Conference 2023 dimostrano che l’uso di remdesivir è associato a una riduzione statisticamente significativa della mortalità nella popolazione complessiva di pazienti, compresi soggetti immunocompromessi. Un’analisi separata dimostra che chi ha ricevuto remdesivir durante il ricovero per Covid ha avuto una minore probabilità di nuova ospedalizzazione per qualsiasi causa entro 30 giorni.
Un team di ricercatori tedeschi e statunitensi ha scoperto alcune modalità con le quali i batteri intestinali possono esercitare un impatto positivo sui trattamenti per il cancro. Nello studio, pubblicato su Nature, il gruppo ha studiato l'impatto del microbiota intestinale sulla chemioterapia somministrata a pazienti con adenocarcinoma duttale pancreatico.
Uno studio condotto da Università e Spedali Civili di Brescia e presentato al Citicolina DAY di Genova dimostra, per la prima volta, che la somministrazione prolungata della molecola riporta alla normalità le vie colinergiche del cervello legate alle funzioni superiori come pensiero e ricordo. Al via la nuova ricerca per misurare gli effetti clinici.
Gli autori di una dichiarazione di consenso clinico hanno proposto la denervazione renale (RDN) come un'opzione terapeutica aggiuntiva che va ad arricchire l’armamentario terapeutico per il controllo l'ipertensione arteriosa quando non vi siano risposte cliniche a dispetto delle misure sullo stile di vita e gli interventi farmacologici. Valida anche nei pazienti che non tollerano i farmaci antipertensivi nel lungo termine.
Molti pazienti non raggiungono livelli di colesterolo Ldl desiderabili: le terapie ci sono, tutte estremamente efficaci, con un bagaglio di evidenze scientifiche robuste e consolidate negli anni sul loro valore preventivo e curativo, ma servono percorsi di presa in carico in prevenzione secondaria e primaria.
“Se iniziamo la terapia adeguata dopo i 55 anni garantiamo al paziente, rispetto a una terapia di base, 8 anni di vita in più. Dopo i 65 anni, potremmo garantire una differenza di 6 anni di vita in più”. Così si è espresso Alessandro Navazio, Direttore UOC Cardiologia AUSL Reggio Emilia in un incontro promosso da Motore Sanità.
I tassi di rebound del Covid sono simili tra i pazienti ospedalizzati con infezione dalla variante Omicron BA.2.2 che hanno ricevuto o meno farmaci antivirali orali e la ricaduta non era legata a esiti clinici peggiori: lo suggerisce uno studio pubblicato su Lancet Infectious Diseases.