Dal congresso Easd 2025 un focus sul diabete di tipo 1
Una giornata intera del Congresso Easd è stata dedicata a Innodia, il consorzio internazionale che riunisce università, ospedali, aziende farmaceutiche e associazioni di pazienti, svolgendo un ruolo cruciale nel coordinamento degli studi clinici sul diabete di tipo 1. In tale contesto, sono stati presentati diversi trial clinici di fase 2 e 3, che aprono prospettive molto interessanti.
Riguardo ai trattamenti innovativi, la Prof.ssa Buzzetti ha sottolineato che: "L’immunoterapia ci sta riservando molte novità oltre al teplizumab, che può essere impiegato come uso compassionevole nello stadio 2 della malattia, caratterizzato da disglucemia e presenza di almeno due autoanticorpi".
Il Prof. Francesco Dotta ha commentato un simposio dedicato a due trial di immunoterapia rilevanti: Meld-Atg, che utilizza l'anti-thymocyte globulin (Atg) a basso dosaggio, e Ver-A-T1D**, che impiega il verapamil. Entrambi questi studi hanno mostrato risultati promettenti per le persone con una diagnosi recente di diabete di tipo 1.
Un'altra tematica fondamentale trattata durante il congresso è stata quella del trapianto di cellule beta. I recenti progressi e le pubblicazioni in questo ambito sono stati definiti un vero cardine e una speranza concreta per coloro che convivono con il diabete di tipo 1. L'obiettivo prossimo è ridurre fino alla sospensione dell'immunosoppressione.
La Presidente Sid ha rimarcato anche l'interesse per l'impiego di Sglt2-inibitori e lp1-agonisti nel diabete di tipo 1. A questo tema è stata dedicata una spotlight session. Raffaella Buzzetti ha spiegato l'utilità di questi farmaci: "Con l’incremento del sovrappeso e dell’obesità in questa forma di diabete autoimmune - ha spiegato - questi farmaci possono avere un impatto positivo, come dimostrato da numerose recenti pubblicazioni, contribuendo anche a ridurre le complicanze macrovascolari".
Una sessione è stata dedicata al Lada (Latent Autoimmune Diabetes in Adults). La Prof.ssa Buzzetti, moderatrice della sessione, ha fornito dettagli sul Lada e sulla necessità di ridefinire i criteri diagnostici: "Il diabete autoimmune dell’adulto, anche noto come Lada, riguarda circa il 50% delle persone con diabete autoimmune, ossia quelle con diagnosi dopo i 30 anni. I criteri diagnostici attuali, definiti dall’Ids (Immunology of Diabetes Society), risalgono a diversi anni fa. Tra questi, la non necessità di terapia insulinica nei primi sei mesi appare oggi superata, in quanto troppo dipendente dal setting clinico e dall’esperienza del diabetologo. È probabile, dunque, una ridefinizione dei criteri alla luce delle più recenti evidenze".
Il Congresso ha incluso anche un aggiornamento sulla gestione del diabete di tipo 1 nell'adulto, con enfasi sul dosaggio del C-peptide e l'annuncio di una nuova pubblicazione Ada/Easd prevista per l'inizio del 2026.
Infine, più di una sessione ha riguardato lo screening del diabete di tipo 1 nei bambini. L'Italia è considerata pioniera in questo ambito grazie alla Legge 130. Riguardo all'implementazione dello screening, Buzzetti ha ricordato che "Siamo in attesa dei decreti attuativi e presto lo screening sarà implementato su tutto il territorio nazionale".