Il dolore cronico colpisce più del 30% delle persone di età superiore ai 65 anni e in precedenti studi è stato collegato a prestazioni meno performanti  delle funzioni cognitive. I ricercatori hanno studiato l'impatto del dolore cronico sulle prestazioni neuropsicologiche con l’andare del tempo e hanno scoperto che si associa al declino cognitivo, in particolare per quanto riguarda la velocità di elaborazione.

Secondo i dati epidemiologici generalmente accettati la trasmissione di SARS-CoV-2 da parte di individui asintomatici contribuisce per la metà dei casi alla diffusione dell'epidemia. La vaccinazione di massa rappresenta un'enorme speranza in questo senso, come conferma uno studio di coorte retrospettivo. Se i vaccini attuali riducono la frequenza delle forme sintomatiche o gravi di Covid-19 dal 70 al 95% - a seconda del vaccino - la domanda ovvia è: che dire delle forme asintomatiche? 

Le malattie croniche, in particolare quelle cardiometaboliche, vedranno incrementare la loro prevalenza a seguito della pandemia Covid-19: lo afferma uno studio pubblicato su Circulation ricavato dall’analisi dei dati statunitensi. Una volta passata la fase acuta di questa crisi, dovremo affrontare un'enorme ondata di morte e disabilità a causa di malattie croniche comuni. Si tratta di una proiezione preoccupante, aggravata da un allarmante incremento delle morti direttamente imputabili a Covid-19, unite all'aumento delle comuni malattie croniche e dei decessi correlati ai farmaci. 

Con il progredire della pandemia Covid-19 emergono dati sempre più numerosi su sintomi e complicanze multiorgano prolungati oltre il periodo iniziale di infezione acuta e di malattia. L’elenco dei sintomi persistenti e nuovi segnalati dai pazienti è ampio e include tosse cronica, dispnea, senso di costrizione toracica, disfunzione cognitiva, astenia, fatigue. le implicazioni e le conseguenze di queste manifestazioni cliniche stanno diventando un problema crescente.

Meno di 1 persona su 10 (7.7%) afferma di aver dormito un sonno di qualità "molto buona" durante il lockdown per la pandemia. Ed è addirittura peggiorata nel 39.4% dei casi, con il progredire della chiusure imposte dal protrarsi della pandemia. I dati provengono dal Covid-19 Social Study, firmato da un gruppo di ricercatori dell'University College of London.

Recenti dati indicano che la superinfezione polmonare batterica è stata responsabile dell'8% di tutti i decessi in pazienti con Covid-19 e possibile in un ulteriore 24% dei casi.  I tipi di infezioni registrati includevano polmonite, ascessi o empiema ed emboli settici;  Acinetobacter baumannii, Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa erano i patogeni batterici più comunemente identificati.