Un'analisi retrospettiva dei pazienti Covid-19 ospedalizzati ha rilevato un'incidenza del 10% di fibrillazione atriale/flutter atriale (AF/AFL) e un'incidenza del 4% di AF/AFL di nuova insorgenza. La presenza di disturbi del ritmo è stata associata a un aumento della mortalità. La nuova insorgenza di aritmia atriale era più comune nei pazienti più anziani ed era associata ad un aumento dei marker di danno infiammatorio e miocardico.
I medici del Centro Ipertensione di Auxologico San Luca hanno condotto, lo studio "Home blood pressure during Covid-19 related lockdown in patients with hypertension" di prossima pubblicazione su European Journal of Preventive Cardiology, per verificare se il lockdown e la pandemia, che hanno portato le persone a modificare le proprie abitudini e a cambiare lo stile di vita, essere più stressate e a dormire meno, abbiano causato anche un effettivo aumento di pressione arteriosa nei soggetti già ipertesi.
Nel 2017 la World Sleep Society ha fornito le linee guida per la corretta diagnosi di questa patologia. Ora un gruppo di esperti internazionali ne ha fornito un aggiornamento, pubblicato sulla rivista Sleep Medicine, sulla rilevanza e applicabilità alla pratica della medicina del sonno.
Gli ultimi decenni sono stati segnati da un aumento del numero di ricoveri per anafilassi alimentare in tutto il mondo, che hanno raggiunto un incremento annuo del 5.7%. Parallelamente, durante lo stesso lasso di tempo, i decessi per anafilassi alimentare sono diminuiti, passando dallo 0.7% allo 0.19% per i casi confermati di anafilassi alimentare, o allo 0.30% per i casi sospettati di essere di origine alimentare.
È stato stimato il rischio cumulativo di Covid-19 fatale o che richiede ricovero in unità di terapia intensiva nei pazienti con diabete, confrontandolo con quello dei soggetti senza diabete. Lo 0.3% della popolazione con diabete ha sviluppato Covid-19 fatale o è stato ricoverato in terapia intensiva, contro lo 0.1% della popolazione senza diabete. Inoltre la presenza di diabete fa sì che i pazienti presentino un rischio più elevato di complicazioni correlate a Covid-19 e richiedano speciali interventi di prevenzione e trattamento.
A dieci anni dall’entrata in vigore della legge 38 sono ancora molti i gap da colmare per garantire a tutti i cittadini un accesso equo alla terapia del dolore. Il “Manifesto sul dolore” condiviso da un gruppo di esperti e rappresentanti delle Istituzioni individua 4 aree di miglioramento: la raccolta dei dati relativi al paziente con dolore cronico; il rafforzamento del network fra i clinici; la formazione del personale medico; la promozione di una “cultura” del dolore cronico, attraverso corretta informazione ed empowerment del cittadino.
I risultati di un recente studio sembrano indicare che, nei pazienti Covid,la presenza di grandi cambiamenti nel microbioma intestinale sarebbero correlati alla gravità dell'infezione. In particolare si è osservata una riduzione della quota di quei ceppi batterici che forniscono meccanismi per il controllo delle infezioni, suggerendo che il Coronavirus estende i suoi effetti anche sull’ambiente intestinale.