Basandosi sui dati esistenti e utilizzando un software è stato creato un modello che supporta la teoria secondo cui ciascuna variante si è evoluta all’interno di un singolo individuo con un’infezione cronica e che invece avrebbe escluso l’ipotesi secondo cui le varianti sono emerse dall’ampia trasmissione di infezioni acute. Anche se lo studio si è concentrato sulle varianti passate, il modello utilizzato potrebbe spiegare la successiva comparsa indipendente delle varianti delta e omicron. E in futuro potrebbe spiegare l’emersione di nuove versioni del virus.
Mentre la comunità sanitaria sostiene ampiamente la politica sul cambiamento climatico, ai professionisti sanitari è data la possibilità di esaminare alcune pratiche di assistenza per valutare il loro contributo alle emissioni di anidride carbonica e fornire, ove sia possibile, alcune soluzioni. Una possibile opportunità che può aiutare a mitigare i cambiamenti climatici potrebbe essere rappresentata dalla telemedicina, fornendo assistenza a distanza.
Secondo i dati di un recente sondaggio, oltre il 60% degli adulti con diabete di tipo 2 e quasi l'80% di quelli con diabete di tipo 1 ha dichiarato di sperimentare una qualche forma di stigma sociale correlato alla malattia. Nei risultati di questa indagine, condotta da The Diabetes Research Company e presentata all'International Conference on Advanced Technologies & Treatments for Diabetes, lo stigma sociale correlato al diabete era comune soprattutto quando si trattava di utilizzare dispositivi per il controllo del diabete.
La Bpco è una malattia comune, prevenibile e curabile, ma ampiamente sottodiagnosticata; inoltre una diagnosi errata porta i pazienti a non ricevere alcun trattamento o a un trattamento errato. La consapevolezza che fattori ambientali diversi dal fumo di tabacco possono contribuire alla malattia, e che ci sono elementi precursori, aprono nuove finestre di opportunità per prevenzione, diagnosi precoce e intervento terapeutico tempestivo e appropriato.
La bozza pubblicata dall’Oms per affrontare la resistenza antimicrobica (AMR) nel settore sanitario consiste in 13 interventi di alto livello nel settore della sanità umana che sono stati sviluppati attraverso consultazioni interne dell'Oms, opinioni di esperti multidisciplinari e revisione delle prove esistenti. Gli interventi abbracciano quattro pilastri che sono considerati fondamentali per affrontare la resistenza antimicrobica nelle strutture sanitarie: prevenzione delle infezioni, accesso ai servizi sanitari essenziali, diagnosi tempestiva e accurata e cure adeguate e di qualità garantita.
Tra il 2006 e il 2018, il numero di visite durante le quali i medici di medicina generale hanno gestito problemi di salute mentale è aumentato del 50%, da circa l'11% delle visite a circa il 16%, secondo un'analisi di 109.989 visite pubblicata su Health Affairs. Le visite che si erano concentrate sulla depressione e altri disturbi affettivi sono diminuite nel tempo mentre sono aumentate quelle che affrontavano l'ansia e le condizioni legate allo stress.
Rari, eppure non così rari. Ne è affetto il 5% della popolazione mondiale, circa 30 milioni solo in Europa. Nel nostro Paese, secondo la rete Orphanet Italia, i malati rari sono circa 2 milioni e nel 70% dei casi si tratta di pazienti in età pediatrica. Il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate è di circa 10.000, ma è una cifra che aumenta con i progressi della scienza e della ricerca: se il 72% delle malattie rare ha un’origine genetica, le altre sono il risultato di infezioni, allergie e cause ambientali, oppure sono tumori rari (dati Epicentro.ISS).