Uno studio, coordinato dall’Università degli Studi di Milano e in collaborazione con il Centro “Aldo Ravelli” della Statale, l’ASST Santi Paolo e Carlo e l’IRCCS Auxologico, ha evidenziato possibili disturbi cognitivi un anno dopo il Covid. È la prima ricerca in ambito internazionale che ha esaminato in modo combinato le alterazioni cognitive, il metabolismo cerebrale a una distanza così ampia dalla malattia. La pubblicazione su Journal of Neurology.
Alcuni ricercatori dell'Università dell'Alberta hanno scoperto che importanti fattori di rischio nella malattia di Alzheimer colpiscono uomini e donne in modo molto diverso. La scoperta che questi due fattori di rischio non hanno lo stesso impatto sulle donne parla dell'importanza di tenere conto delle differenze tra uomini e donne nella diagnosi e nel trattamento dell'Alzheimer, afferma uno degli autori dello studio. Sono necessari approcci sanitari di precisione, potrebbe essere necessario un trattamento diverso per una persona con un profilo di rischio rispetto a un altro, e questo ha importanti implicazioni per la prevenzione e il trattamento.
Si è svolto in Senato nazionale “Close the Care Gap”, alla vigilia della Giornata Mondiale contro il Cancro (World Cancer Day), celebrata il 4 febbraio. Un dato che preoccupa è che in Europa un terzo delle morti negli uomini è associato alle differenze socioeconomiche. Saverio Cinieri, presidente Aiom: “Nel nostro Paese gli stili di vita scorretti sono frequenti fra chi ha difficoltà finanziarie: il 37% fuma, il 45% è sedentario e il 17% obeso. Al via un progetto per colmare quanto prima anche le differenze nell’adesione agli screening nel Meridione”.
Per gli anziani con asma, che in precedenza avevano già sperimentato la depressione, i numeri sono risultati estremamente preoccupanti. Circa la metà ha sperimentato una recidiva della depressione durante l'autunno del 2020, una percentuale significativamente più alta dei tassi di recidiva tra i loro coetanei che non avevano asma. Coloro che erano soli avevano tassi di depressione sostanzialmente elevati.
Nell’anziano livelli elevati di colesterolo Hdl sono associati a un aumento del rischio di fratture: lo rivela uno studio pubblicato su JAMA Cardiology. Un gruppo di ricercatori australiani della Monash University di Melbourne ha osservato che livelli più elevati di C-Hdl sono predittivi di un aumento del rischio di fratture negli anziani; il dato è emerso da un'analisi post hoc dei dati del trial Aspirin in Reducing Events in the Elderly (ASPREE) e del sottostudio ASPREE-Fracture.
I pazienti con insufficienza cardiaca acuta sono frequentemente o sistematicamente ricoverati, spesso perché il rischio di eventi avversi è incerto e le opzioni per un rapido follow-up sono inadeguate. In un recente studio, a questi pazienti è stato applicato uno specifico algoritmo per la stratificazione del rischio di morte che ha ridotto del 12% il rischio di morte per qualsiasi causa o di ricovero in ospedale per cause cardiovascolari (CV) entro 30 giorni rispetto alle cure abituali.
Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of the American Heart Association, gli adulti con asma persistente, ma non quelli con asma intermittente, hanno una presenza di placca carotidea più elevata rispetto a quelli senza asma. In un'analisi dei partecipanti arruolati nel Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis (MESA), i ricercatori hanno anche scoperto che l'aggiustamento per i marcatori infiammatori non ha attenuato l'associazione tra asma persistente e presenza o carico di placca carotidea, suggerendo che il rischio di CVD aterosclerotica tra le persone con asma può essere multifattoriale.