I malati di cancro sembrano avere un rischio di morte per Covid doppio rispetto al resto della popolazione, un aumento che sembrerebbe essere associato più all'età, al sesso e alle comorbidità che non ai trattamenti sistemici del cancro (TSAC) somministrati di recente.
La steatosi epatica non alcolica rimane ampiamente non diagnosticata, ma, secondo una nuova dichiarazione dell'American Heart Association, l'identificazione e il trattamento precoci potrebbero mitigare il rischio a lungo termine di malattie cardiovascolari. "I tassi di NAFLD stanno aumentando in tutto il mondo in associazione con l'aumento del BMI e della sindrome metabolica, con conseguente progressione della malattia, che porta a complicazioni epatiche e cardiovascolari" ha affermato P. Barton Duell, presidente del comitato di redazione della dichiarazione.
Due sono le nuove varianti di SARS-CoV-2 che sono oggetto di attento monitoraggio da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): XE e XD. La variante XE, che si sta già diffondendo nel Regno Unito, e di cui sono stati identificati alcuni casi in altre parti del mondo, è una variante ricombinante dei due ceppi di Omicron ormai noti: BA.1 e BA.2. XD, precedentemente nota come Deltacron, potrebbe avere un profilo più inquietante, con una virulenza maggiore rispetto a Omicron.
Un nuovo studio canadese ha scoperto che i fattori di rischio legati alla pandemia associati all'ansia differiscono tra uomini e donne. La ricerca ha stimato che il 13.6% ha sperimentato livelli clinicamente significativi di disturbo d'ansia generalizzato (GAD) nei primi mesi della pandemia (prima della pandemia, la prevalenza stimata di GAD in 12 mesi era del 2.6%). Inoltre, lo studio ha rilevato che gli elevati livelli di ansia negli uomini era correlata alla disinformazione sul Covid, mentre nelle donne era legata alla precarietà del lavoro. La prevalenza del disturbo d'ansia generalizzato nelle donne era significativamente più alta rispetto agli uomini (17.2% vs. 9.9%).
Polmonite e otite media cronica condividono un meccanismo fisiopatologico comune in termini di infezione e infiammazione respiratoria, ma l'associazione epidemiologica tra le due malattie non è stata studiata. E proprio l’approfondimento di questo legame è stato l’obiettivo di un recente studio che ha confermato l'associazione.
Nella società moderna, la luce artificiale è disponibile 24 ore su 24 e la maggior parte delle persone si espone alla luce artificiale e agli schermi dei dispositivi elettronici che emettono luce anche durante le ore di buio del ciclo naturale luce/buio. Tali condizioni di illuminazione non ottimali sono state associate a effetti metabolici avversi e la riprogettazione delle condizioni di illuminazione interna, per imitare più da vicino il ciclo luce/buio naturale, promette di migliorare la salute metabolica.
Uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Umeå in Svezia, rileva che nell’oltre 1 milione di persone risultate positive al Covid, il rischio di una prima embolia polmonare era 33 volte superiore rispetto a un gruppo di controllo abbinato, dopo aver aggiustato per potenziali fattori confondenti (RR 33.05). Inoltre, il rischio di una prima trombosi venosa profonda era cinque volte più alto (RR 4.98) e il rischio di sanguinamento era quasi il doppio (RR 1.88).