Un nuovo studio della Cleveland Clinic ha scoperto che le persone che soffrono di disturbi del sonno hanno esiti più gravi da Covid, incluso un tasso di ospedalizzazione e mortalità più elevato del 31%. I risultati, pubblicati su JAMA Network Open, hanno mostrato che mentre i pazienti con disturbi della respirazione durante il sonno e ipossia correlata al sonno non hanno un aumentato rischio di sviluppare Covid, hanno però avuto una prognosi clinica peggiore della malattia.

Il documento di indirizzo di Meridiano Cardio, la piattaforma di discussione The European House – Ambrosetti, individua 6 ambiti chiave - dalla prevenzione primaria e secondaria, all’aderenza alle terapie, dall’accesso all’innovazione tecnologica e farmacologica, alla telemedicina, dalla continuità assistenziale all’empowerment del paziente - e 26 azioni per aumentare l’efficacia della presa in carico globale per questi pazienti.

Il riscontro bioptico di segni di polmonite interstiziale, che non è il modello che si tende ad associare al danno polmonare acuto, fa supporre che questi pazienti avessero una fibrosi polmonare idiopatica precedente al Covid non diagnosticata che, a seguito dell’infezione da SARS-COV-2, si è riaccesa.

Su consiglio del gruppo tecnico consultivo dell'OMS sull'evoluzione dei virus (TAG-VE) il 26 novembre 2021, Omicron (la variante B.1.1.529) è stata definita variant of concern (VOC). Questa decisione si è basata sull'evidenza presentata al TAG-VE che Omicron ha diverse mutazioni che possono avere un impatto sul comportamento del virus in relazione alla facilità di diffusione o alla gravità della malattia. Ecco una sintesi di ciò che è attualmente noto.

L'American Heart Association ha pubblicato su Circulation una guida sui modelli dietetici basata sull'evidenza per promuovere la salute cardiometabolica. Notando che la scarsa qualità della dieta è fortemente legata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari gli autori affrontano l'aderenza del paziente a un modello dietetico sano per il cuore associato a salute cardiovascolare ottimale.

Nasce “Alleanza per la miastenia gravis”, il progetto ideato per migliorare la qualità di vita dei pazienti. La diagnosi è attesa per anni e spesso viene confusa con disturbi psichiatrici, sul fronte lavorativo e assistenziale il supporto ai pazienti scarseggia: sono queste alcune delle problematiche segnalate dalle realtà associative. Lavorando in team pazienti e clinici scrivono il libro “Miastenia, una malattia che non si vede”.