
Ruolo dell’Asa viene messo in discussione: evidenze da vaste metanalisi
Per decenni, l'acido acetilsalicilico è stato il riferimento nella prevenzione secondaria dopo un evento coronarico. Tuttavia, i limiti di questo farmaco (efficacia parziale e rischio emorragico non trascurabile) sono noti, e la base scientifica di questa supremazia deriva spesso da studi datati. Una vasta metanalisi, pubblicata su The Lancet, ha riaperto il dibattito, aggregando i dati individuali di quasi 29.000 pazienti provenienti da sette studi randomizzati. La maggior parte di questi pazienti aveva subito una sindrome coronarica acuta o un'angioplastica, con un follow-up mediano di 2,3 anni.
Clopidogrel vs. aspirina: beneficio superiore senza aumento del rischio emorragico
I risultati della meta-analisi sono netti: il clopidogrel in monoterapia riduce significativamente gli eventi cardiovascolari maggiori (decessi cardiovascolari, infarti e ictus) rispetto all'aspirina, con un hazard ratio (HR) di 0,86. Questo beneficio è prevalentemente attribuibile alla riduzione degli infarti e degli ictus. Sul piano della tolleranza, le due strategie si equivalgono: non è stato rilevato alcun eccesso di emorragie maggiori o di sanguinamenti digestivi sotto clopidogrel, un aspetto cruciale nel bilanciamento tra protezione ischemica e rischio emorragico. Sebbene non sia stata riscontrata alcuna differenza nella mortalità globale, il segnale in favore di un maggiore beneficio ischemico senza aumento del rischio di sanguinamento è forte.
Bibliografia
Valgimigli M, et al. Clopidogrel versus aspirin for secondary prevention of coronary artery disease: a systematic review and individual patient data meta-analysis. Lancet 2025; 406(10508):1091-1102. doi: 10.1016/S0140-6736(25)01562-4.